TANTI RACCONTI TANTI COLORI
10,00 €
Il libro contiene 6 racconti illustrati a colori:
- Raggio di luna
- Il pesciolino che non sapeva nuotare
- Il trenino impertinente
- Taddeo e Susanna. Storia di due remi
- Il fanale
- Cricche Crocche e Manico d’Uncino
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Il libro contiene 6 racconti illustrati a colori:
Categoria: | Narrativa |
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Una realtà contemporanea frammentaria e contraddittoria, intrisa d'incertezza, dove i bisogni essenziali e profondi dell'ambiente, della vita e dell'amore riemergono prepotenti nelle scelte di ciascuno benché talvolta si perdano.
Sulla scena, situazioni rapide, personaggi netti, e, al contrario, figure sfuggenti.
In evidenza: Noè. Lavoratore precario ma tempra “rocciosa”. Eroe generoso nella lotta tenace per la difesa del bosco. Custode di assetti consolidati, nella vita privata e affettiva.
Delisa. Ricercatrice. Personaggio riottoso ma determinato quando sono in gioco valori autentici.
8 racconti in lingua albanese con traduzione in lingua italiana a fronte. Sotto la patina ideologica che riflette il clima politico del tempo – un clima che condizionava pesantemente tutti gli aspetti della vita degli albanesi – si avverte uno scrittore profondo e sensibile che invita a riflettere sulla complessità dell’animo umano e sulla necessità di mettere da parte pregiudizi e superficialità nel valutare il carattere e la personalità del nostro prossimo. Grande è infatti la capacità di Drini di penetrare nell’animo dei personaggi, in particolare di quelli femminili, di affrontare tematiche sempre attuali come una coppia che si vuole separare, o le incomprensioni tra un padre e un figlio.
Notevole la traduzione proposta da Pavlina Naska che, in perfetta sintonia con il linguaggio adottato dall’autore, “traghetta” sulla sponda italiana la sensibilità della scrittura originaria, proponendoci una piacevole e interessante lettura.
Beppe si risveglia in una stanza buia e non ha idea di come ci sia finito. Percepisce soltanto un fetore che sembra muffa e la durezza di un materasso putrido. Il suo corpo è irrigidito e dolorante. Non è solo, nel letto accanto al suo c’è un uomo ambiguo del quale non sa se fidarsi.
Quando alcuni ricordi cominciano a riaffiorare, Beppe prova a ricostruire la sua intera storia e intraprende un profondo viaggio alla ricerca della libertà.
«C’erano una volta due fratelli che vivevano in una città all’estrema punta d’un regno a forma di stivale. Si chiamavano Onofrio e Antonio. Avevano una sorella stupenda, Annamaria, sposata ad un tipo disceso in città dalle colline vicine. Il regno, meraviglioso, era solcato da montagne alte e coperte di neve che si tuffavano direttamente nel mare, boschi scuri e profondi e fiumi d’argento. La gente che viveva in questo regno straordinario parlava cantando e i paesi sembravano fatti di marzapane e frutta candita, con case bianche e bordò aggrappate alle pendici dei monti o attorno a piccoli porti in cui si specchiavano barche azzurre.
Questa è la storia di Giulietta: non voleva andare a teatro, eppure ci andò. È la storia di un mucchio di mattoni e cemento impastati con tanti buoni sentimenti. È una storia d’amore.
Mi è stata raccontata da un barbiere che aveva bottega nel palazzo del teatro Petruzzelli, a Bari. A quel tempo avevo ancora i capelli e una volta alla settimana, essendo molto vanitoso, me li andavo a far spuntare e pettinare.
Il barbiere, ottant’anni vispi e arzilli, parlava senza sosta. Giorno dopo giorno si cominciò a far strada nella mia mente l’idea di raccogliere per iscritto le sue chiacchiere. Questa narra l’origine del palazzo in cui lavorò mezzo secolo. Giurai che se fossi sopravvissuto alla sua mano malferma ed al rasoio così vicino alla mia gola l’avrei trascritta. Ed eccola qua.»
Cresciuto in mezzo al deserto della Giordania sotto lo sguardo amorevole della guaritrice del suo villaggio, il giovane Almotasim ha un sogno che lo spinge a intraprendere un viaggio avventuroso verso Parigi all’indomani della terribile guerra dei Centanni. E’ il 1465. Qui inizia la ricerca di ciò che il destino ha in serbo per lui.
…forse non a tutti i single giudiziari del mondo è accaduto o accadrà di incontrarla; ma tutti, prima o poi, dovrebbero imbattersi in una Miranda e farne tesoro…
…magari, d'estate, nello stesso scompartimento del treno, seduta di fronte a voi, a chiedervi se vi dà fastidio il fumo e domandarvi del fuoco…
…e se lei legge con referenza evangelica il Manifesto e voi, invece, scorrete Libero, …e se da lei vi dividono, oltre al valore aggiunto di un fracco di anni, anche la depressione e l'insonnia che non vi consentono di dormire nemmeno il minimo sindacale, i suoi dieci centimetri in più, un inesorabile debito vitalizio verso l'ex moglie ed anche un accendino che non riuscite a far funzionare quando proprio occorre… Miranda saprà lo stesso come farvi sentire grande e importante, e saprà sorridervi e ridere assieme a voi….
“Donne nell’acqua loro” è una storia di donne. Maldestre, fragili, insicure, “sgarruppate”, ma al contempo forti, sicure di sé; alberi alla cui ombra possono trovare rifugio figli, nipoti, amici, mariti.
Servendosi di una lente ironica ed impertinente, Florisa racconta le avventure di un gruppo di convinte praticanti di un corso di acquagym. Attraverso i suoi occhi, queste donne assumono una propria identità, prendono man mano forma e diventano dei personaggi: la Donna Polpo, la Donna Sogliola, l’Allegrona e, poi, c’è LEI: Moby, indiscussa primadonna che si erge con tutta la sua imponenza a sovrastare il gruppo!
Ad accompagnare le giornate in piscina si aprono spiragli di quotidianità, i giochi con i nipotini Alice, Gabriele ed Agnese, le riflessioni sulla sua vita, la malattia dell’amica Grazia, i ricordi di giorni e luoghi lontani. Ed è nello svolgersi di queste giornate che matura la decisione di lasciare il lavoro e riprendersi la propria vita.
Perché la piscina rappresenta tutto questo: è metafora di un contenitore dove ogni donna può racchiudere tutto ciò che pensa, osserva, vive, è…
E il lettore, tra una risata ed una lacrima, non potrà che amarla!
Nella stanza segreta la poetessa ANTONIA POZZI racconta al fantasma della zia Emma che, a sua volta, giovanissima si tolse la vita, la tragica storia d’amore con Antonello Cervi, suo professore nel Liceo Manzoni di Milano.
Attraverso le parole delle lettere a noi pervenute, il lettore può cogliere i mutamenti psicologici, la dolorosa incapacità di vivere che segnarono giorni e sentimenti della protagonista, fino al rifiuto totale dell’esistenza.
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