TANTI RACCONTI TANTI COLORI
10,00 €
Il libro contiene 6 racconti illustrati a colori:
- Raggio di luna
- Il pesciolino che non sapeva nuotare
- Il trenino impertinente
- Taddeo e Susanna. Storia di due remi
- Il fanale
- Cricche Crocche e Manico d’Uncino
10,00 €
Il libro contiene 6 racconti illustrati a colori:
Categoria: | Narrativa |
---|
Orders over $100
100% Secure Payment
Within 30 Days
Within 1 Business Day
Un piccolo affresco di immagini femminili che hanno lasciato tracce nella vita dell’autrice. Figure tratteggiate a volte con delicati colori pastellati, altre con livide e drammatiche nuances, ma sempre teneramente abbracciate dal desiderio dell’amore, della gioia di vivere e soprattutto della speranza nonostante tutto. Le loro esistenze non sono separate da quelle degli uomini, ma le comprendono, anche se a volte ciò può essere devastante.
Una visione globale e umana delle dieci protagoniste in cui tanti elementi entrano a far parte delle loro vite e della narrazione: la cultura, il periodo storico, lo status sociale e perfino la loro collocazione geografica.
E come sempre ci ha abituato l’autrice con il suo stile ironico e poetico al tempo stesso, entrando nelle vite di queste dieci figure femminili, si sorride, si ride, si piange, si riflette e ci si emoziona.
…forse non a tutti i single giudiziari del mondo è accaduto o accadrà di incontrarla; ma tutti, prima o poi, dovrebbero imbattersi in una Miranda e farne tesoro…
…magari, d'estate, nello stesso scompartimento del treno, seduta di fronte a voi, a chiedervi se vi dà fastidio il fumo e domandarvi del fuoco…
…e se lei legge con referenza evangelica il Manifesto e voi, invece, scorrete Libero, …e se da lei vi dividono, oltre al valore aggiunto di un fracco di anni, anche la depressione e l'insonnia che non vi consentono di dormire nemmeno il minimo sindacale, i suoi dieci centimetri in più, un inesorabile debito vitalizio verso l'ex moglie ed anche un accendino che non riuscite a far funzionare quando proprio occorre… Miranda saprà lo stesso come farvi sentire grande e importante, e saprà sorridervi e ridere assieme a voi….
“Donne nell’acqua loro” è una storia di donne. Maldestre, fragili, insicure, “sgarruppate”, ma al contempo forti, sicure di sé; alberi alla cui ombra possono trovare rifugio figli, nipoti, amici, mariti.
Servendosi di una lente ironica ed impertinente, Florisa racconta le avventure di un gruppo di convinte praticanti di un corso di acquagym. Attraverso i suoi occhi, queste donne assumono una propria identità, prendono man mano forma e diventano dei personaggi: la Donna Polpo, la Donna Sogliola, l’Allegrona e, poi, c’è LEI: Moby, indiscussa primadonna che si erge con tutta la sua imponenza a sovrastare il gruppo!
Ad accompagnare le giornate in piscina si aprono spiragli di quotidianità, i giochi con i nipotini Alice, Gabriele ed Agnese, le riflessioni sulla sua vita, la malattia dell’amica Grazia, i ricordi di giorni e luoghi lontani. Ed è nello svolgersi di queste giornate che matura la decisione di lasciare il lavoro e riprendersi la propria vita.
Perché la piscina rappresenta tutto questo: è metafora di un contenitore dove ogni donna può racchiudere tutto ciò che pensa, osserva, vive, è…
E il lettore, tra una risata ed una lacrima, non potrà che amarla!
Nella vita di tutti noi può capitare di lasciare la sicurezza, di essere nel pericolo, nell’incertezza, nella paura.
La storia vera di Miral, cavalla coraggiosa, ci insegna a resistere, a proteggere chi ha meno forza, a continuare a sperare.
Fino al momento in cui ritroveremo la felicità.
«C’erano una volta due fratelli che vivevano in una città all’estrema punta d’un regno a forma di stivale. Si chiamavano Onofrio e Antonio. Avevano una sorella stupenda, Annamaria, sposata ad un tipo disceso in città dalle colline vicine. Il regno, meraviglioso, era solcato da montagne alte e coperte di neve che si tuffavano direttamente nel mare, boschi scuri e profondi e fiumi d’argento. La gente che viveva in questo regno straordinario parlava cantando e i paesi sembravano fatti di marzapane e frutta candita, con case bianche e bordò aggrappate alle pendici dei monti o attorno a piccoli porti in cui si specchiavano barche azzurre.
Questa è la storia di Giulietta: non voleva andare a teatro, eppure ci andò. È la storia di un mucchio di mattoni e cemento impastati con tanti buoni sentimenti. È una storia d’amore.
Mi è stata raccontata da un barbiere che aveva bottega nel palazzo del teatro Petruzzelli, a Bari. A quel tempo avevo ancora i capelli e una volta alla settimana, essendo molto vanitoso, me li andavo a far spuntare e pettinare.
Il barbiere, ottant’anni vispi e arzilli, parlava senza sosta. Giorno dopo giorno si cominciò a far strada nella mia mente l’idea di raccogliere per iscritto le sue chiacchiere. Questa narra l’origine del palazzo in cui lavorò mezzo secolo. Giurai che se fossi sopravvissuto alla sua mano malferma ed al rasoio così vicino alla mia gola l’avrei trascritta. Ed eccola qua.»
Nella stanza segreta la poetessa ANTONIA POZZI racconta al fantasma della zia Emma che, a sua volta, giovanissima si tolse la vita, la tragica storia d’amore con Antonello Cervi, suo professore nel Liceo Manzoni di Milano.
Attraverso le parole delle lettere a noi pervenute, il lettore può cogliere i mutamenti psicologici, la dolorosa incapacità di vivere che segnarono giorni e sentimenti della protagonista, fino al rifiuto totale dell’esistenza.
Teo, Alma, Lisa e Savio sono quattro diverse facce di uno stesso disagio. Vivono intrappolati in un passato con cui non riescono a fare i conti. Ogni loro tentativo di voltare pagina, di guardare al futuro con occhi nuovi, s’infrange contro il muro di vecchi traumi mai superati. Quelli che sembrano quattro destini disgiunti vengono coinvolti in una vicenda oscura che farà luce su annose questioni irrisolte.
Sullo sfondo domina l’esigenza di riappacificarsi con il proprio trascorso, anelando a un passato perfetto che consenta a ciascuno di vivere il presente senza l’ossessione di doversi voltare a ogni passo, liberandosi, così, del peso debilitante dei rimpianti.
…ma lei non lo fa apposta; lei è proprio nata così. A parte questo, Uga non nuoce gravemente alla salute; al massimo, può accadere soltanto che, al primo impatto, servano delle precauzioni, che a freddo, si notino effetti indesiderati; niente di preoccupante; anzi, se lei si occupa di altro e si trova in migliori compagnie, può riuscire davvero gradevole, anzi, persino adorabile…
…un tiepido pomeriggio primaverile; San Benedetto del Tronto seduceva come una donna avvenente, nell'età in cui la piena maturità sembra un prezioso dono del cielo, pronta a sfoggiare i suoi gioielli in onore degli ospiti di riguardo da ricevere nel salotto buono di viale Moretti o nel verde lussureggiante dei giardini del parco tra piazza Giorgini al…
…Ricordati: se sono rose, appassiranno! Andava sentenziando zio Lele, come una costante del proprio pensiero, sempre propenso a teorizzare. Il che – a ben rifletterci – è cosa più certa della stessa fioritura delle rose che quando viene, se mai davvero viene, può abortire, venire male e, comunque sia, è sempre effimera. A Dio spiacendo.
…Ji so' Mecciu (Matteo) laico mi nonno; steve a Chicago e faceve il job de machine sembe co blecco ende, tuenti iarre, e mo invece sto a fa u signo' e nu gire primme da turnà all'Italy, o chiù belle contri indeuor; uanne uik o tenne jurne alla Frange, ncoppe a nu carr speciale … ghidappe,… lucca… yù na bella gherl; ai laico macce… si yù uon… nuje ken… e facimme nu big meuigge….
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni