Riflessioni
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ASSENZE PRESENTI – Quindici ritratti
Elias Canetti, Gianfranco Ravasi, Salvatore Satta, Edgar Morin, Niccolò Ammaniti, Franco Ferrarotti, Gustavo Zagrebelsky sono gli autori degli eserghi che introducono questo libretto di 15 “necrografie” in cui la parola scritta, per il semplice fatto di evocare persone ormai “ombre”, si carica di una potenza superlativa e dà vita a un rito laico in cui chi scrive è l’officiante e chi legge il partecipante. Una sorta di minima ribellione alle due leggi che blindano il passato: il passato rimane indietro, mentre noi possiamo soltanto andare avanti; ciò che è nel passato non si cambia.
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Bibliotecari e biblioteche. Coltivare la mente allo snodo del XXI secolo
Bibliotecari e biblioteche è una raccolta di interventi, già pubblicati o pronunciati in varie occasioni pubbliche, che spaziano dal 1999 al 2015. Tutti approfondiscono l’idea di bibliotecario e biblioteca dell’Autore, saldamente incardinata in un frame umanistico (“il bibliotecario e la biblioteca sono preordinati a migliorare la vita delle persone”) che concepisce e apprezza i paradigmi professionali succedutesi nel tempo sempre come strumentali rispetto al fine. Gli scritti approfondiscono così, nel corso di un ventennio, le opzioni documentale, manageriale, welfaristica, lumeggiando pregi e difetti di un non breve percorso storico della biblioteconomia. Il libro è arricchito di un prologo di Maria Antonietta Abenante e di un epilogo di Maria Antonietta Ruiu, entrambe bibliotecarie fortemente impegnate nella professione, quasi a mo’ di rappresentazione del confrontarsi di tre generazioni.
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Croce e Moro: memoria delle radici distinte
Il filo rosso che tiene insieme questi due brevi saggi di Quintino Basso è costituito per un verso dalla passione civile con cui l’autore si misura con temi cruciali della storia nazionale, per l’altro dall’impegno di “dimostrare” che il cattolicesimo in Italia è stato altro e assai più che un humus indistinto, un mero fattore culturale. La tesi crociana secondo la quale anche il liberalismo sarebbe infine riconducibile ad una generica ispirazione cristiana viene confutata dall’autore con decisione, sulla base di argomenti di carattere storico ed ideologico. Il riferimento, nel secondo saggio, al pensiero ed alla testimonianza di Aldo Moro è interno alla confutazione ed esprime l’esigenza di conservare memoria della pluralità di radici che è a fondamento della teorica e della prassi politica nazionale.
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Il mondo è di tutti
Un volume in cui l’Autore attraverso 21 interventi rapidi ma densi – tutti editoriali pubblicati per lo più sul quotidiano «EPolis Bari» – affronta tematiche di interesse internazionale: l’idea federale dell’Europa e la riforma dell’UE, lo sviluppo esponenziale della tecno-scienza, il conflitto mediorientale e lo jihad, l’inefficienza dello statalismo, le difficoltà del regionalismo, le migrazioni quale fenomeno epocale, le debolezze dei Paesi mediterranei, la miopia dell’UE sulla questione turca, gli Stati Uniti e la sconfitta di Hillary, l’offensiva mediatica verso Oriente attraverso la figura di san Nicola. Con due approfondimenti in prologo ed epilogo che arricchiscono di ulteriori riflessioni e punti di vista gli argomenti trattati.
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Katastrofé – L’Italietta nel Coronavirus
«Definire l’Italia un’Italietta è la più formidabile critica che si possa formulare nei confronti del nostro sovranismo e delle sue ubbìe (perché magnificare una Nazione poco meritevole è una
forma di ingenuità o di cattiva coscienza). Ma è anche un buon viatico per interpretare ciò che è “in profondo” accaduto nei quattro mesi cruciali della pandemia italiana: su ciò, materia tuttora incandescente, le valutazioni possono anche divergere perché all’analisi obiettiva dei fatti sovente si tende a sovrapporre le pulsioni ideologiche; ma i fatti restano tali, ad onta di
ogni qualsivoglia “storytelling” imbellettante».
Così si esprime l’Autore nella ‘premessa’ a questa sorta di “diario” della fase più acuta del Covid-19 in Italia, costituito da 18 interventi rapidi ma densi, nei quali sfilano tutte le tematiche rilevanti implicate dalla diffusione dell’infezione: unificate magari nel concetto di “catastrofe” intesa – in modalità molto peculiare – come causata dalla indomita e insopprimibile
propensione dell’Homo sapiens a coltivare l’Hybris. -
L’amore per l’economia
Un volume in cui l’Autore attraverso 16 interventi rapidi ma densi affronta tematiche di rilievo come la crisi economico-finanziaria in Italia e nel Globo, il ruolo della cultura nel combattere la criminalità, le nuove frontiere dell’ecologia e della tutela dell’ambiente, la deriva dei partiti politici, la riforma federalistica, la questione meridionale e lo sviluppo della tecno-scienza. Con due approfondimenti in prologo ed epilogo che arricchiscono di ulteriori riflessioni e analisi gli argomenti trattati.
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L’amore per la cultura
Un volume di critica e approfondimento militante idealmente dedicato dall’Autore a Carmelo Bene, icona della creatività assoluta, nell’imminente decennale della sua scomparsa. Con due approfondimenti in prologo ed epilogo, che arricchiscono la tematica trattata.
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L’amore per la politica
Attraverso 17 interventi (15 dell’Autore, un prologo di Cecilia Mangini e un epilogo di Ennio Triggiani) il volume tratta dell’idea “politica”, che Waldemaro Morgese – richiamando un libro di Luciano Canfora e una poesia dall’esilio di Bertolt Brecht – definisce “la disposizione (passione) civica per le questioni di interesse collettivo (o, se si vuole, comunitario)”. Sullo sfondo, in tutte le pagine, le relazioni fra politica, verità, scienza, conoscenza, libertà, buongoverno.
Nonché la discussione sulla situazione attuale e su come risalire una “china” forse divenuta troppo scivolosa. I temi trattati sono coinvolgenti: pubblica amministrazione, sanità, Welfare, cultura, Knowledge, riforme istituzionali, economia e finanza, “beni comuni”, nuove tecnologie, Mezzogiorno, costi della politica, uso del territorio, partiti politici, riformismo, europeismo, federalismo, regionalismo. -
La cultura effimera. Nutrire la mente nel Sud dimenticato
Un volume in cui l’Autore, attraverso una premessa e 20 interventi rapidi ma densi, sottolinea il nesso fra lo sviluppo delle pratiche culturali improntate all’effimero e il deserto culturale che si diffonde in un Sud d’Italia peraltro dimenticato dalle politiche generali. Sotto la lente d’ingrandimento sono soprattutto i festival del libro, della canzone e del cinema, la scuola, le biblioteche, le sagre e le feste patronali, l’idea che la cultura sia “servente” rispetto ai turismo (specie quello dei “grandi eventi”) e al commercio, i poteri criminali. Si sottolinea inoltre l’importanza di spettacoli minori come il circo, della poesia, di paesi esteri che — per quanto piccoli — hanno saputo investire in cultura. Nella “premessa” l’Autore argomenta l’assunto del libro in modo più approfondito, fornendo una critica ragionata di tendenze che, sotto certi aspetti, originano anche dalle attuali impostazioni “economicistiche” dell’Unione Europea.
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La “mia” scuola
Con questo lavoro l’Autore intende offrire spunti di riflessione utili a discutere, approfondire, rinfocolare il dibattito intorno ai problemi che egli considera più tipici e più sintomatici del pianeta-scuola: la femminilizzazione e le sue conseguenze; la presenza “misteriosa” della didattica, di cui tutti parlano non si sa quanto a proposito; l’innovazione e l’aggiornamento come pratica sistematicamente perseguita (?) dai docenti;la valutazione come prassi dotta ed esperta e come prassi intuitiva; il diverso atteggiamento dei genitori negli ultimi decenni… ecc.