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  • Elvira Catello
    e la “Lux” tra utopia e libertà Una pacifista pugliese a New York nel 900

    La storia di Elvira Catello, trasferitasi da Locorotondo a New York nei primi anni del XX secolo, animatrice di uno dei più importanti circoli politico-culturali di tendenza libertaria e anarchica nella metropoli statunitense, assume un particolare rilievo.
    Scrittrice, pacifista e tenace avversaria del militarismo, Elvira fondò, assieme a suo marito Elio Perrini, la Libreria Editrice “Lux”, vero e proprio polo di diffusione della stampa di controinformazione anarchico-radicale, italo-americana. In questo contesto si distinse anche per la sua opera di sceneggiatrice di una compagnia teatrale, organizzando una serie di rappresentazioni, messe in scena da donne, che attirarono l’attenzione dell’intero movimento femminista americano.
    Nell’indagine, si documenta il percorso biografico ed emancipativo della Catello, si recupera il contesto sociale e politico di una regione, la Puglia, percorsa dalle prime manifestazioni operaie e contadine, e si evidenzia la particolarità delle Little Italy come ghetto caratterizzato dall’isolamento e dalla paura di integrarsi nel Nuovo Mondo. La Libreria “Lux” fu infatti punto di ritrovo degli esuli politici italiani e degli attivisti radicali americani.
    Questa ricostruzione s’impone all’attenzione perché si avvale anche degli studi condotti su materiale documentario statunitense, reperito da Jennifer Guglielmo, una delle studiose più note dei movimenti radicali femminili in America.
    Il libro contiene il testo integrale del dramma teatrale in 4 atti, scritto da Elvira Catello, Il Trionfo della Verità.

    15,00 
  • EMIGRATI POLITICI PUGLIESI
    Sovversivi e fuoriusciti nel Novecento

    Il volume offre un panorama dell’emigrazione politica in Francia, Belgio, USA e URSS e si sofferma su alcune figure rappresentative della nostra regione come Filippo D’Agostino e Vincenzo Gigante (finiti nei campi di sterminio nazisti), di Guido Serio e Salvatore Sallustio (vittime delle purghe staliniane), di Eugenio Santacesarea e di Domenico Carano Notaristefano (entrambi caduti nella guerra di Spagna), di Renato Leopizzi, autentico apostolo mazziniano che finì relegato in manicomio.
    Aspetti poco conosciuti del percorso migratorio di Gaetano Salvemini e Giuseppe Di Vittorio, nonché una ricognizione dei sovversivi e fuoriusciti nelle diverse provincie pugliesi, corredano l’insieme della ricerca.
    «L’emigrazione – come ha sostenuto Giovanni De Luna – è la storia di una sconfitta. L’esilio fu infatti la sanzione esistenziale di una sconfitta politica e di una scelta obbligata e traumatica».

    18,00 
  • Franco Casavola e la sua musica tra Futurismo e tradizione

    Nella prima metà del secolo il panorama musicale pugliese appare caratterizzato da un fermento di attività dei teatri cittadini, delle scuole di musica, delle bande musicali e dalla operosità di intellettuali e artisti che, con i loro contributi, arricchirono il quadro composito della cultura primonovecentesca.
    Tra questi emerge Franco Casavola che in quegli anni fu l’unico compositore meridionale a svolgere una funzione di mediazione tra la cultura musicale regionale e quella di più ampio respiro nazionale ed internazionale.
    La ricostruzione della biografia del Maestro, basata sulle testimonianze raccolte nel Fondo a lui dedicato, è un contributo alla conoscenza del nostro passato, un passato ricco di esperienze cruciali, che ci può fornire la chiave per una interpretazione critica del presente.

    10,33 
  • Giovanni Modugno – il volto umano del Vangelo

    La biografia di uno dei tanti protagonisti del nostro Mezzogiorno, della Puglia in particolare, che ci aiuta a conoscere meglio la storia di un impegno per la difesa della dignità e della libertà di ogni uomo. è la storia di Giovanni Modugno (1870-1957), un educatore nella scuola, nella politica, nella chiesa. Accompagnati dalle vicende della sua vita sarà possibile ripercorrere alcuni momenti culturali, politici e religiosi della nostra Regione. Da sempre attratto dall’umanità presente nel Vangelo, pervenne alla fede cattolica nutrendosi anche del pensiero di alcuni “sospettati” da parte della gerarchia ecclesiastica. La sua ricerca induttiva gli ha consentito di “incontrare il Dio vivente”. Potremmo dire che la ricerca gli ha rivelato un “Dio in progress”.

    18,00 
  • GIOVANNI MODUGNO e il suo “rifugio” bresciano

    A distanza di qualche anno dal mio precedente libro Giovanni Modugno, il volto umano del Vangelo, nasce questo nuovo studio che, per la prima volta, esamina in modo più dettagliato i rapporti umani e culturali che Modugno ha vissuto con il mondo cattolico bresciano e con la casa editrice “La Scuola”.
    Nuovi documenti, ricevuti da Brescia, hanno suggerito di completare il precedente studio e di comprendere meglio le varie amicizie contratte da Modugno con protagonisti della vita culturale e politica bresciana.
    Si è voluto definire “rifugio” il rapporto con Brescia per comprendere meglio la “incomprensione”, spesso vissuta e denunciata dallo stesso, del suo pensiero da parte di alcuni ambienti culturali e politici della sua terra.

    16,00 
  • GRAVINA sovversiva e antifascista. Il deserto murgiano e il suo albero della libertà

    Questo volume, attingendo principalmente da memorie autobiografiche inedite e dai copiosi e poco conosciuti fascicoli del casellario politico, ricostruisce le numerose ed eroiche storie dei tanti antifascisti gravinesi che nella propria città quanto a Bari, in Argentina quanto in Francia, in Svizzera quanto negli Stati Uniti, al carcere quanto al confino, si oppongono al fascismo.
    Una strenua e drammatica lotta che non manca di martiri, che affonda le proprie radici nella fine dell’Ottocento quando l’utopia di “sovvertire” l’ordine costituito del latifondo parassitario e affamatore è incarnata dal socialismo. È così che l’apostolato del giovane avvocato Canio  Musacchio incontra notevole adesione tanto che la città assume rapidamente fama di rossa e sovversiva. Una fama che neanche la violenza
    squadrista, irriducibilmente contrastata sia prima che dopo l’avvento della dittatura, riesce a sradicare, ma che, almeno in parte, si spiega con la natura stessa del fascismo meridionale.
    In tal senso l’opera assume una valenza paradigmatica per gran parte del Mezzogiorno, infatti attraverso l’esplorazione di fonti poco conosciute, ma di assoluta e comprovata veridicità quali le relazioni dei carabinieri o della Prefettura, emerge nitidamente il profilo di uno squadrismo criminoso, teppista, che ingaggiato dal ceto agrario per soffocare con la violenza le rivendicazioni del mondo contadino ne ottiene, indossando
    la camicia nera, l’impunità dinanzi alla legge nello svolgimento dei propri affari criminosi.

    15,00 
  • I cattolici pugliesi in un secolo di storia (1898 – 1973)

    La lettura di questo volume consente di cogliere il capovolgimento di funzioni svolte dalla chiesa meridionale passata da una sottomissione alle forze liberali locali ai primi timidi tentativi di creare delle piccole istituzioni di cooperazione cattolica, nel decennio 1898-1918, al breve periodo del primo partito politico ai successivi anni di una silenziosa presenza, ventennio 1923-1943, agli anni del grande consenso ma anche delle prime contestazioni. Seguendo queste tappe si è cercato di analizzare la situazione del Mezzogiorno con l’intento di presentare una specificità. Il lettore passerà così dal rifiuto opposto all’istituzione dei Circoli cattolici dell’Opera dei Congressi, al voto espresso nei confronti dell’Istituto monarchico e alla successiva fiducia espressa verso la Democrazia cristiana. Quasi un secolo di esperienza vissuta dai cattolici meridionali: una esperienza poco conosciuta a livello nazionale e che non poteva non penalizzare il Mezzogiorno in un esame comparativo fra Nord e Sud.

    15,00 
  • IL “REDENTORE” – storia e archivi nel cuore di Bari

    Agli inizi del Novecento, in una zona periferica della città di Bari, che negli anni Cinquanta avrebbe assunto il nome di quartiere Libertà, i padri Salesiani di Don Bosco fondarono un orfanotrofio. Convitto, scuole, istituti tecnici e professionali, ma anche parrocchia, oratorio, centro socio-educativo per minori, sportello per le famiglie: il “Redentore” di Bari ha costituito, nei suoi 120 anni di storia, un punto di riferimento per tutta la cittadinanza.
    L’attività di riordinamento e inventariazione dell’Archivio dell’Istituto SS. Redentore, di cui qui si presentano i risultati, è solo un primo passo verso un lavoro più ampio di riscoperta e di studio delle vicende, grandi e piccole, che hanno animato questa importante struttura educativa, cuore pulsante della città.

    «Il Redentore è la narrazione di una comunità di persone che condividono la forza carismatica di una fede che si incarna nella storia accogliendo le povertà e trasformandole in opportunità. Una storia di parte perché schierata con i giovani, i più fragili della società italiana. Una storia fatta di lotte e di sogni, di difficoltà e di speranze. Una storia mai scontata, che viene da lontano con l’energia di un seme che muore e porta sempre frutti. Del resto, chi frequenta il “Redentore” sa che la storia di una comunità è la storia di una Città.» don Francesco Preite

    15,00 
  • Il fascismo dietro le quinte. Il caso Bitonto

    L’intento di questa ricerca è quello di fare memoria di un passato abbastanza recente, e pur tanto lontano. Una memoria voluta non per motivi “morali”, ma per offrire una conoscenza reale della storia vissuta dai cittadini di Bitonto.
    Ma non è soltanto una storia. È la nostra storia, volutamente dimenticata; una storia “municipale”, se si vuole, ma più “vicina” perché vissuta fra le strade, all’interno di quelle scuole che ancora oggi gli studenti frequentano e all’interno di quel palazzo che ancora oggi ospita l’amministrazione cittadina.
    Le pagine di questo lavoro non intendono demonizzare il fascismo vissuto nella città di Bitonto, hanno forse la pretesa di volerlo analizzare per comprenderne le cause e per non trovarlo ancora fra di noi.
    Il fascismo non è qualcosa di astratto, non è solo un’idea e un movimento politico del passato, il suo posto non è soltanto nei libri scolastici, dove appare sempre meno. Per questo si è voluto raccontare la storia del fascismo a Bitonto come fosse la cronaca di tante giornate, la cronaca delle tante amministrazioni che si sono succedute.

    22,00 
  • Il Monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale di Rutigliano

    L’immagine della Grande Guerra occupa, nonostante il tempo trascorso, un posto rilevante nell’indagine storiografica. Una nuova sensibilità ha spostato il campo d’indagine dalla storia diplomatico-militare a quelle sociale, antropologica e culturale. L’attenzione si è concentrata, tra l’altro, sulle opere monumentali che furono erette in tutti i paesi europei per ricordare la generazione perduta. Gli autori ricostruiscono con attenzione, recuperando fonti archivistiche inedite, le motivazioni che spinsero i cittadini di Rutigliano, nel sud-est barese, ad erigere un monumento ai caduti… (Vito Antonio Leuzzi)

    15,00 
  • Il primo Convegno di studi meridionalistici
    Bari, dicembre 1944

    In questo volume vengono riproposti gli Atti del Convegno di Studi sui problemi del Mezzogiorno svolto a Bari il 3-4-5 dicembre del 1944. Sono riportati interventi di Mario Assennato, Vincenzo Calace, Fabrizio Canfora, Raffaele Ciasca, Michele Cifarelli, Raffaele Cifarelli, Carlo Colella, Giuseppe de Philippis, Michele D’Erasmo, Michele Di Zonno, Guido Dorso, Tommaso Fiore, Gaetano Generali, Francesco Liuni, Natale Lojacono, Antonio Lucarelli, Adolfo Omodeo, Domenico Paparella, Domenico Pàstina, Raffaele Pastore, Manlio Rossi-Doria ricordati in appendice al volume, con brevi schede biografiche.
    Di nuovo, rispetto al volume pubblicato nel 1944, troviamo una postfazione di Vito Antonio Lezzi e un’appendice documentaria di estremo interesse nella corrispondenza di T. Fiore, A. Lucarelli, G. Dorso, M. Rossi-Doria, M. e R. Cifarelli, G. Spini, curata dallo stesso Leuzzi.

    16,00 
  • In cammino per la Libertà
    Luoghi della memoria in Puglia (1943 – 1956)

    In questo volume si recupera la memoria dei luoghi e dei monumenti più significativi relativi al percorso di Liberazione in Puglia. Lapidi, monumenti e sacrari, che costellano grandi e piccoli centri della regione, costituiscono simboli dei tragici eventi della guerra e della violenta occupazione nazi-fascista.
    Alla memoria in pietra è affidato il ricordo delle stragi e dei misfatti nazisti dopo l’8 settembre 1943, le vittime pugliesi alle Fosse Ardeatine, i caduti militari e civili degli eserciti alleati.
    In quest’ambito si documentano sistematicamente anche i campi per profughi e rifugiati stranieri tra cui iugoslavi ed in particolare ebrei di diversa nazionalità. Queste testimonianze sono tappe di un percorso del ricordo e momenti significativi di riflessione culturale e civile.
    Per lungo tempo le vicende della Liberazione al Sud sono state rimosse rischiando una totale dissolvenza.

    15,00 
  • IN FONDO AL MARE…
    Il cinema di Francesco De Robertis

    Il volume, con interventi di Vito Attolini, Fabio Prencipe, Maurizio Regosa, Vito Zagarrio e con l’ausilio di note sulla filmografia del regista, di varie testimonianze e di una ricca appendice, tenta di scoprire e far conoscere, senza tesi da imporre ma senza certezze precostituite da confermare, i film e il cinema di Francesco De Robertis.

    10,33 
  • INFERNO SU BARI
    BOMBE E CONTAMINAZIONE CHIMICA: 1943-1945

    «E d’un tratto un fragore spaventoso simile allo scoppio simultaneo di mille tuoni, squarciò l’aria, seguito da una serie di esplosioni minori.»
    (2 dicembre 1943. Roxanne Pitt, agente dell’Intelligence Service inglese.)
    «Con grande stupore vidi il mare in fiamme. Non capivo, ero meravigliato, non mi rendevo conto che il mare potesse bruciare.»
    (2 dicembre 1943. Testimonianza di Gennaro Dammacco.)
    «Pezzi della nave del peso di qualche tonnellata furono disseminati per un raggio di qualche chilometro provocando non pochi danni agli edifici della zona portuale, mentre spruzzi di nafta furono proiettati così lontano da raggiungere i sobborghi della città.» (9 aprile 1945. Giuseppe Geraci, Ingegnere del Genio Civile.)

    12,00 
  • L’8 Settembre 1943 in Puglia e BasilicataDocumenti e testimonianze

    Una delle maggiori difficoltà nella ricostruzione dei caratteri della reazione popolare alla guerra e alle violenze della Wehrmacht, in alcune aree del Mezzogiorno, dopo l’8 settembre, è data dalla debole memoria pubblica di quegli eventi sottoposti negli anni della transizione dal fascismo alla repubblica e per tutti gli anni Cinquanta ad un forte isolamento nel dibattito politico-culturale e ad una emarginazione anche sul piano della ricerca storiografica1.
    La particolare situazione del Sud, caratterizzata da una profonda crisi sociale e civile connessa anche alla occupazione militare anglo-americana che si protrasse fino al 1946, non favorì una generale presa di coscienza delle conseguenze della breve ma violenta occupazione tedesca. Per effetto della censura prima badogliana e poi anglo-americana l’opinione pubblica non percepì immediatamente la portata dell’azione distruttiva dell’esercito tedesco e le conseguenze delle operazioni terroristiche contro militari e civili. Solo a distanza di un anno dai drammatici avvenimenti conseguenti l’armistizio si registrarono in Puglia le prime iniziative pubbliche per ricordare le vittime delle stragi della Wehrmacht in una situazione però di forte tensione caratterizzata dalla radicalizzazione dello scontro politico-sociale. La delegittimazione dei partiti che si riconoscevano nel CLN da parte delle forze monarchico-badogliane ebbe tra le altre conseguenze quella di emarginare le manifestazioni per ricordare la lotta antifascista e antinazista o di occultarne il significato storico-politico.
    (…) La gente comune percepì immediatamente la posizione dell’ex alleato che in diverse situazioni si abbandonò a violenze inaudite ed a vergognosi misfatti, soprattutto contro militari sbandati, non risparmiando in taluni casi anche la popolazione civile.
    In quest’ambito vengono ad assumere un importante significato le relazioni ed i rapporti dei carabinieri, le relazioni di ex podestà, ancora in carica dopo l’8 settembre, o di Commissari nominati dai Prefetti, le relazioni di diverse autorità militari (finanzieri, responsabili delle questure) ed esponenti del clero (vescovi, parroci). Si sono rivelati utili anche i registri di stato civile relativi ai decessi per i mesi di settembre-ottobre 1943, in particolare le dichiarazioni di iscritti all’ANPI, dopo il 194529.
    Rilevante anche la documentazione di Enti pubblici come l’Acquedotto Pugliese, importante obiettivo strategico delle operazioni militari tedesche nel corso della ritirata.
    Anche le ricostruzioni di alcuni storici locali in occasione di scadenze celebrative negli anni Sessanta e Settanta, pur condizionate dal mito della “resistenza organizzata”, in analogia con quanto era accaduto al Centro-Nord, offrono importanti dati sulle violenze e stragi naziste. (…)

    20,00 
  • L’eccidio ignorato
    San Marco in Lamis: 8 Marzo 1905

    Tra i numerosi eccidi proletari che caratterizzarono una parte rilevante della storia politica e sociale di Capitanata e della Puglia agli inizi del Novecento, merita una maggiore conoscenza ed un più esteso approfondimento quello che avvenne a San Marco in Lamis l’8 marzo 1905.
    Un avvenimento troppo a lungo rimasto in ombra, sul quale è stato steso un velo di silenzio e di reticenza dovuto certamente a difficoltà nel reperire materiale d’archivio, documenti e fonti di prima mano, ma anche ad una sottovalutazione ingiustificata che ne è stata fatta da più parti, quando addirittura non è stato trascurato e ignorato.
    Con questo lavoro intendiamo portare alla luce un’importante pagina di storia del periodo giolittiano in un’area periferica del Mezzogiorno rifuggendo da una impostazione localistica e cercando di cogliere i nessi e i rapporti tra questa parte del Mezzogiorno interno e il processo di trasformazione economico-sociale in atto nel resto della penisola.
    San Marco in Lamis non era estranea ai movimenti politici e ai mutamenti economici che si andavano sviluppando agli inizi del secolo. La sua storia non può essere separata dalla più complessa vicenda politica e sociale meridionale e nazionale.
    L’eccidio di San Marco in Lamis, localmente conosciuto come lo sciopero della gabella, è uno spaccato della società meridionale rurale, dello scontro sociale e politico che si combatteva all’inizio del secolo in Capitanata e in Puglia tra galatuomini e proletari e delle particolari contraddittorie forme che il movimento di lotta assunse nel corso degli anni.

    12,91 
  • L’Italia vista dal Sud – Tommaso Fiore e Alessandro Leogrande

    Come appare il nostro stivale visto dal Tavoliere delle Puglie e non dalla Pianura Padana?
    Questa diversa prospettiva può essere offerta attraverso le lenti novecentesche del meridionalista Tommaso Fiore, messe a confronto con lo sguardo, a noi vicino, di Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore che, raccogliendo e provando a ricomporre «i tanti cocci» dell’oggi, si richiamava al mondo di ieri. L’importanza del passato è uno dei fili rossi che si snodano in questo percorso, i quali legano insieme due autori di tempi diversi ma accomunati, in prima istanza, da un costante sguardo retrospettivo che consente loro di potenziare la descrizione che offrono del mondo; poi, dall’analogo anelito all’azione concreta, lungi da diagnosi teoriche non accompagnate da un riscontro autoptico, unico mezzo per realizzare un resoconto sincero della realtà sociale, economica, paesaggistica e – soprattutto – umana. Sguardi diversi per raccontare le medesime esigenze di un popolo di formiche, per mezzo degli stessi strumenti dell’intransigenza etica, del rigore intellettuale, della fiducia nel sapere come strumento decisivo di emancipazione sociale e di sviluppo civile, che rappresentano i caratteri distintivi della migliore tradizione intellettuale del Mezzogiorno d’Italia.

    14,00 
  • LA GRANDE GUERRA SCONOSCIUTA

    Il volume riporta alla luce fatti ed episodi storici rivenienti dal Primo conflitto mondiale, per gran parte misconosciuti soprattutto nel mondo scolastico, riguardanti in parte il ruolo strategico-militare-sanitario di primissimo piano svolto dalla Puglia (proiettata verso l’area balcanica e verso l’area greco-mediterranea) con i grandi porti di Brindisi, Taranto e Bari: tutto è stato portato a compimento senza mai perdere di
    vista il quadro storico nazionale ed europeo nei suoi diversi livelli di analisi, all’interno del quale prendono corpo e peso specifico non poche vicende straordinarie e tragiche insieme (sottaciute e fatte cadere volutamente nel “dimenticatoio della storia”): gli affondamenti per sabotaggi delle due più potenti navi della Marina Militare Italiana, le corazzate “Benedetto Brin” e “Leonardo da Vinci” fatte esplodere rispettivamente
    nel porto di Brindisi (1915) e nel Mar Piccolo di Taranto (1916); l’assurda condanna a morire di fame e di freddo e senza i dovuti soccorsi della Croce Rossa stabilita dal
    generale Cadorna per tutti i soldati italiani fatti prigionieri nel corso della sconfitta di Caporetto; il bombardamento effettuato sul Porto di Napoli da un grosso dirigibile tedesco
    partito da una base bulgara; gli stupri subiti da alcune migliaia di donne venete e friulane da parte della soldataglia austrotedesca; l’“Affaire Papa Benedetto XV e Monsignor Rudolph Gerlach”; la riuscitissima azione del controspionaggio italiano denominata “Il colpo di Zurigo”.

    16,00 
  • LA PUGLIA AL VOTO
    Ricostituzione dei partiti e prime elezioni (1943 – 1946)

    Intento principale di questo volume è quello di valorizzare e prima ancora recuperare documentazione utile alla ricostruzione di una memoria collettiva delle tappe principali della formazione di una coscienza e di una identità repubblicana in Puglia.
    Attraverso i documenti sulla ricostituzione dei partiti politici e dai dati sulle prime elezioni amministrative, sui risultati della Costituente e del referendum del 2 giugno 1946 (tutti qui analiticamente e scrupolosamente riportati), si potrà cogliere appieno il cammino faticoso ma costante verso il raggiungimento di una piena maturità democratica e antifascista nella nostra regione.

    15,49 
  • La Puglia libera
    CLN, partiti e prime elezioni tra reazione e democrazia
    Documenti e testimonianze (1943-1946)

    Con questo volume s’intende far conoscere e valorizzare la fase costitutiva della storia politico-istituzionale regionale, all’indomani del crollo del regime, attraverso testimonianze e documenti ormai difficilmente disponibili.
    L’intento principale è stato quello di recuperare documentazione utile alla ricostruzione di una memoria collettiva relativa alla formazione di una coscienza e di una nuova identità democratica e repubblicana nella regione.
    È parso opportuno offrire al lettore un quadro il più possibile esauriente delle prime elezioni libere nella nostra regione: le amministrative della primavera e dell’autunno del 1946, quelle per la Costituente ed il referendum del 2 giugno 1946.
    Il volume è corredato dei dati relativi ai rappresentanti pugliesi alla Consulta, alla Costituente e l’indicazione dei primi sindaci dei cinque capoluoghi di provincia.

    15,00