Nicola Biffi ha condotto le sue ricerche presso il Dipartimento di Studi Classici e Cristiani, poi confluito nel Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Tardo Antico dell’Università di Bari. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni che svariano dalla puntuale analisi di singoli passi e libri della Geografia di Strabone (il suo terreno privilegiato di indagine) a rapide incursioni nel campo della letteratura greca e latina (note su Licofonte, Diodoro Siculo, il romanzo greco, Plauto, Terenzio, Catone il Vecchio, Varrone, Sallustio, Cornelio Nepote, Virgilio, Orazio, Livio, Lucano, Petronio).
Si è occupato anche di questioni di storia e storiografia antica (saggi su Filisto, Messala Corvino, Plutarco, Appiano, L’Indiké di Arriano, la Vita Hadriani nell’Historia Augusta, il separatismo gallico del III secolo d.C.).
Per Edizioni dal Sud ha pubblicato L’Africa di Strabone (traduzione e commento del libro XVII della Geografia); De Situ Iapygiae (traduzione e commento) di Antonio De Ferrariis detto Galateo; Modelli agonistici di Magna Grecia e Sicilia (schizzi biografici di atleti locali); Scampoli di Mithridatika nella Geografia di Strabone; Appiano di Alessandria, La guerra contro Annibale (introduzione, testo, traduzione e commento); Isole dei famosi ai tempi dell’Impero romano; Mirabilia dell’Italia antica raccontate dai paradossografi greci; Documenti per un’indagine complessiva sugli inserti paradossografici della Geografia di Strabone; Strabone di Amasea, Geografia, Libro X (introduzione, testo, traduzione e commento).

  • De Situ Iapygiae

    L’opuscolo storico-geografico sul Salento, fra gli scritti più noti dell’umanista di Galatone (1444-1517), fu composto intorno al 1511 dietro sollecitazione del conte di Cariati Giovanni Battista Spinelli, un diplomatico della corte napoletana passato dal servizio degli Aragonesi a quello di Ferdinando il Cattolico. Sviluppato sulla falsariga della descrizione dello stesso territorio effettuata da autorevoli geografi dell’antichità (Strabone, Plinio il Vecchio, Claudio Tolomeo), la integra tuttavia con dati recenti e più pertinenti alla realtà contemporanea, alternando al rimpianto per la trascorsa grandezza del passato magnogreco delle singole località recensite, l’esecrazione per la progressiva evanescenza anche del patrimonio culturale classico che in esse fino allora si è, pur faticosamente, conservato. Ne emerge, insieme ad una puntigliosa indagine sul passato più fulgido della Iapigia, anche una fiera e patriottica esaltazione delle lontane origini greche dell’autore, rivendicate di contro all’italianità, mediocre e fin troppo acquiescente verso le potenze straniere, espressa ai rispettivi livelli dal potere civile ed ecclesiastico del tempo, al quale il volumetto non lesina il suo sarcasmo.

    12,68 
  • Documenti per un’indagine complessiva sugli inserti paradossografici della Geografia di Strabone

    Nell’opera superstite di Strabone figura un campionario non irrilevante di notizie ‘eccentriche’ lecitamente riconducibili nel solco del genere letterario noto come ‘paradossografia’. Le fonti dalle quali l’erudito di Amasea le attinge non sono quelle dichiaratamente paradossografiche, ma altre di ben più garantita autorevolezza, come i suoi colleghi storici o gli esperti in scienze
    naturali, quando non gli uni e gli altri insieme, che cita per via diretta o attraverso intermediari. Ciò comporta che a determinare il suo giudizio sul singolo paradoxon sia talora o l’intrinseca verosimiglianza di questo o il prestigio dell’autore che lo ha descritto per primo. A tal riguardo, i brani di presumibile valenza paradossografica raccolti nel presente volume intendono
    offrire agli studiosi e ai curiosi uno spunto per eventuali approfondimenti, se mai la loro silloge non risulti del tutto opinabile, o perché arbitraria o perché, di contro, persino incompleta.

    16,00 
  • ISOLE DEI FAMOSI ai tempi dell’Impero Romano – Geografia di una tipica forma di repressione

    Sebbene il titolo riecheggi volutamente quello di un ben noto e fortunato programma televisivo, il contenuto della presente ricognizione mira a essere tutt’altro che ‘frivolo’. In latino famosi indica spesso anche le persone ‘malfamate’ o ‘diffamate’. E tali furono i soggetti mandati in varie isole del Mediterraneo a espiare crimini veri o presunti loro attribuiti dagli imperatori romani. Le testimonianze oggi disponibili indicano che furono una novantina, fra uomini e donne, gli esiliati su un arco temporale che va dal I al III secolo d.C. per volere dell’imperatore di turno con la specifica formula della relegatio o della deportatio in insulam; ma soltanto per una metà di essi è noto il nome delle isole cui furono destinati. Sono appunto queste che, indicate in ordine alfabetico, orientano la ricerca sui personaggi che vi furono detenuti. (dalla Premessa)

    16,00 
  • L’AFRICA DI STRABONE
    LIBRO XVII DELLA GEOGRAFIA

    Nel libro XVI della Geografia Strabone ha descritto la costa del mar Rosso pertinente all’Egitto e all’Etiopia fino alla regione produttrice del cinnamomo, abitata dai Trogloditi e da altre popolazioni.
    Nel libro XVII si propone innanzitutto di completare la trattazione relativa a questi due paesi, passandone in rassegna le rispettive parti attraversate dal Nilo, e poi di procedere alla descrizione della Libia, con la quale la sua fatica si concluderà…

    20,66 
  • La guerra contro Annibale

    Appiano è stato a lungo giudicato uno storico di secondo o di terz’ordine; e ciò, almeno per il libro su Annibale, quando lo si ponga a confronto con le parallele narrazioni di Polibio e Livio, è incontestabile. Da qualche tempo, invero, si manifesta in alcune frange della critica la tendenza a rimuovere il severo ma motivato giudizio; ma a tal fine non è sufficiente che a volte il libro fornisca informazioni, alcune anche di un certo interesse, non reperibili presso altre fonti. Infatti, la loro qualità dipende – giova ripeterlo – da quella intrinseca dell’autore del quale Appiano ha in mano l’opera, qualunque sia la determinazione con cui poi ne manipola i dati, forte dell’ottica e della sensibilità propria e dei tempi in cui scrive; ché di certo non avrà voluto ridursi al rango del mero compilatore che si limita a sunteggiare del tutto asetticamente i testi da cui attinge.

    18,00 
  • Mirabilia dell’Italia antica raccontate dai paradossografi greci

    Ebbero un’ininterrotta fortuna, in età greco-romana, le raccolte di notizie stupefacenti (parádoxa) di tutti i generi, riguardanti il mondo naturale, animato e inanimato; valevano quanto le odierne ‘leggende metropolitane’, alle quali possono essere fatte corrispondere, eppure incontravano il gradimento di una larga fascia di pubblico anche non indotto e sprovveduto, ma talora desideroso di svagarsi con letture amene anziché affaticarsi su temi richiedenti uno sforzo di concentrazione. Della copiosa tematica connessa a quelle letture, una parte non irrilevante riguardava le regioni della nostra penisola nonché le isole circostanti. Con questo lavoro, l’Autore ha inteso mettere a disposizione dei lettori ‘curiosi’ di oggi le relative testimonianze, isolandole dal contesto ‘universale’ (oikouméne di allora) in cui sono catalogate e corredandole della traduzione e di essenziali note esplicative. (dalla Premessa)

    16,00 
  • Modelli agonistici di Magna Grecia e Sicilia

    Sorretto dal costante appoggio delle varie fonti storiche, archeologiche, antiquarie e letterarie, peraltro vagliate alla luce della più competente critica specialistica, il volume presenta una rassegna, presumibilmente completa, dei vincitori nelle principali manifestazioni agonistiche della Grecia antica, provenienti dalle regioni dell’Italia Meridionale e dalla Sicilia.
    Registrati sotto il nome delle rispettive città di provenienza, sono così raccolti in un ideale albo d’oro corredato, ove possibile, di dati biografici, oscuri personaggi noti solo per il nome e i protagonisti di alcune fra le più memorabili performances, spesso leggendarie e non solo atletiche, compiute a Olimpia, Delfi, Nemea e sull’Istmo di Corinto, prima dell’età ellenistica e oltre.

    13,00 
  • Scampoli di Mithridatika nella Geografia di Strabone

    Ricorrono qua e là nella Geografia straboniana accenni e allusioni a eventi e personaggi di diversa importanza connessi all’attività (sia in Asia Minore che sul continente europeo) di Mitridate VI Eupator, prima e nel corso della lunga ed estenuante guerra da lui combattuta contro i Romani. Tutta la relativa documentazione è stata isolata dal contesto dell’opera e ridotta in questo volume a un apposito repertorio, accompagnato da un essenziale commento e da un congruo corredo di note esplicative. Sono così rivisitati con gli occhi e la memoria del geografo di Amasea singoli episodi della guerra mitridatica e riproposti alcuni interrogativi intorno al metodo da lui seguito nel recensire nuovamente, in funzione dell’opera geografica, eventi incentrati sulla figura del re del Ponto e già trattati nei perduti Historika hypomnêmata.

    15,00 
  • Strabone di Amasea – Geografia – Libro X

    Il libro X della monumentale opera superstite dell’Amaseo si articola in cinque capitoli ben distinti, nei quali sono passate in rassegna, talora anche sotto il profilo storico, l’isola di Eubea (cap. 1); l’Etolia e l’Acarnania, le due regioni occidentali della Grecia, con le isole prospicienti: Leucade, Cefallenia, Itaca, Zacinto e altre minori (cap. 2); l’isola di Creta (cap. 4); le isole Cicladi e alcune delle Sporadi (cap. 5).
    Il capitolo centrale, invece, costituisce, più che altro, una lunga divagazione teologica incentrata sui Cureti e i Coribanti, figure semimitiche collegate con i culti, misterici e non, di presunta origine tracofrigia e accolti in varie parti del mondo ellenico. Di particolare rilievo, nel capitolo dedicato a Creta, è, peraltro, l’excursus autobiografico, che consente di ricostruire una parte dell’albero genealogico del Geografo e di conoscerne alcuni esponenti di spicco, attivi ai tempi delle guerre di Roma contro Mitridate, l’irriducibile re del Ponto.

    24,00 
  • Strabone di Amasea – GEOGRAFIA – Libro XIII

    Il libro XIII della Geografia straboniana è dedicato alla descrizione dell’Anatolia nord-occidentale e in particolare della Troade ‘omerica’, che da sola costituisce l’argomento dell’ipertrofico primo capitolo, il più esteso dell’intera opera (si articola, infatti, in ben settanta paragrafi su novantotto). Degli altri tre capitoli in cui il libro si suddivide, il secondo, di soli cinque paragrafi, si sofferma sull’isola di Lesbo, considerata la madrepatria di molte città ‘eolie’ fondate sull’antistante costa asiatica; il terzo, anch’esso molto breve (consta di sei paragrafi), fornisce pochi ragguagli su alcune di esse, fra le quali spicca Cuma, la patria dello storico Eforo; il quarto, infine (di diciassette paragrafi), divaga sull’entroterra troiano-eolico, ma si concentra soprattutto sulle vicende della città di Pergamo e del regno degli Attalidi fino alla sua riduzione a provincia romana.

    40,00 
  • Strabone di Amasea – GEOGRAFIA – Libro IX

    Introduzione, testo, traduzione e commento a cura di Nicola Biffi.

    Una volta effettuata la ricognizione del Peloponneso nel libro ottavo della Geografia, nel nono Strabone passa a descrivere il tratto superiore della Megaride – che si prolunga nella sottile striscia dell’Istmo – e subito dopo il territorio della Grecia centrale comprendente l’Attica, la Beozia, la Focide e le due Locridi. Quindi, rinviando inaspettatamente al libro successivo la trattazione delle regioni più a occidente, l’Etolia e l’Acarnania, torna indietro e, senza toccare l’isola di Eubea (anche di essa parlerà nel libro decimo), punta un po’ più a nord, per occuparsi della Tessaglia. Soprattutto nel denso capitolo dedicato a quest’ultima, le reminiscenze mitologiche – già per le precedenti regioni suggestivo corollario ai doverosi ragguagli di ordine geografico e storico – si infittiscono in maniera esponenziale, sollecitate dai costanti e talora assai dilemmatici riferimenti al poeta Omero e all’epos in generale.

    60,00