Davide Ceddìa è un cantautore, attore, sceneggiatore, youtuber e autore di colonne sonore, racconti e poesie.
È voce dello storico gruppo rock “Camillorè” con il quale ha calcato diversi palchi importanti in Italia e all’estero (tra cui il palco del Primo Maggio a Roma nel 2010) e ha aperto concerti di noti artisti italiani ed internazionali.
Con la band ha pubblicato il disco “Scéche-Spìrre” (Edizioni dal Sud) colonna sonora dello spettacolo teatrale omonimo con la regia di Vito Signorile tratto da “La Fèmmena qualùngue” di Vito Carofiglio (Edizioni dal Sud) e dove ha interpretato il duplice ruolo di Amleto e Romeo.
Nel 2014 ha ricevuto il Premio Speciale “Matteo Salvatore” per la canzone “Dialetto Mio” durante la Piedigrotta Barese.
Ha realizzato e messo in scena gli inediti spettacoli di Teatro-Canzone “Quel che mio nonno i disse in tempi non sospetti” e “Suoni e Racconti a bassa voce”.
Ha scritto le sceneggiature del lungometraggio “Nanù” e della commedia teatrale “Che sia la prima e ultima volta che”.
Nel 2014, sul suo canale youtube, ha pubblicato una serie di video estratti dal suo live show in lingua barese diventati presto virali sul web con centinaia di migliaia di visualizzazioni sui vari social.
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CD Scèche-Spìrre, da La Fèmmena qualùngue
Nella cornice di un sogno, il sogno di una Donna Qualunque della città vecchia, che vorrebbe recitare con un attore famoso in un vero teatro, prendono vita i più importanti personaggi e “pezzi” del teatro di Shakespeare. Tra le vie della sua città, senza capirne fino in fondo le ragioni, la Donna Qualunque sogna e si trasforma. Incontra Amleto, Romeo, Falstaff, Lear, Marcantonio, Bruto. Li incontra e parla con loro, li ascolta mentre assiste al suo stesso sogno. E la sua lingua, la loro lingua, non può che essere quella della vita, quella della sua città, il suo dialetto. L’uso del dialetto è l’uso di una lingua vocata alla relazione. Relazione con gli altri e con i luoghi. I personaggi di Shakespeare, del Tiàdre di Vito Carofiglio, sono tutti lì come vivi nei vicoli e sui sagrati di Bari vecchia. L’ambientazione nel borgo antico li rielabora e li restituisce antichi e diversi in questo nuovo paesaggio onirico. Tutto accade in una città vecchia trascurata, spiaggia di pescatori e vicoli sofferenti, ma questa nuova lingua di traduzione fa emergere anime e tormenti di tutti. Per tutti.
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Pìinze che la capa tò
Rimando in lingua bareseMentre rumoreggiano schermaglie di vacui duelli su come si scrive, su come si legge il dialetto barese, che molti vorrebbero lingua viva, ma la feriscono con termini desueti e pronuncia arcaica, altri si attardano con pensierini e dedicucce, tanti si dicono poeti e tanti detentori del verbo… arriva lui, Davide Ceddìa, con il dialetto 2.0 a dimostrare che il dialetto è lingua viva perché si nutre di cultura e si aggiorna come tutte le lingue vive.
Alla base, dunque, un bel bagaglio culturale, una bella sensibilità artistica, musicale, attoriale e poi un giovanile entusiasmo con cui affronta impegni artistici e poetici.
È davvero una bella soddisfazione constatare che la gente non è quel “popolino” che molti vorrebbero ammansire con dialetti sguaiati al servizio di risate grasse e volgari. Il popolo di F.B. ha promosso la raffinata e colta ironia di Davide che usa il dialetto barese per far ridere e sorridere, per commuovere e pensare. Così come deve essere. Poi ci sono le sue canoni, le sue musiche, le sue interpretazioni e la sua chitarra. Credo che Davide lascerà un bel segno del suo passaggio.
Vito Signorile