Semiologo. Ha insegnato Filosofia del linguaggio, Teoria dell’informazione e Linguistica generale presso l’Università degli Studi di Bari. Co-direttore della collana “Antropologia dell’alterità”; con Edizioni dal Sud ha pubblicato I ricordi, la memoria, l’oblio (con Gabriella Pranzo, 1996), Semiotica e dialettica (2004) oltre alla cura di diversi titoli della collana.

  • I ricordi, la memoria, l’oblio
    Foto-grafie senza soggetto

    Il testo letterario e la fotografia hanno in comune un vuoto incolmabile, una specie di mancanza ontologica, per questo possono stare insieme. Da un racconto nasce una fotografia, come in una fotografia può vivere una storia.
    Una fotografia è come una meteora, una luce accesa, una finestra, un porto, un molo, una nave che ritorna con Sempre qualcosa di diverso a bordo (Pessoa) a seconda dei suoi passeggeri: gli sguardi che l'attraversano.
    La memoria e l'oblio costituiscono il tema delle fotografie di questo libro, il tema con cui esse giocano, anche nel senso che della memoria e dell'oblio esse si prendono gioco. Un gioco di superfici, all'insegna della leggerezza, ma anche un gioco rischioso: scherzare con la memoria e con l'oblio è come scherzare col fuoco, perché significa dissacrare ciò su cui tutto il nostro mondo è costruito: il soggetto, l'identità, la differenza, la comunitarietà, la storia, l'ordine del discorso, il potere.

    9,29 
  • Lévinas vivant
    Riflessioni sul pensiero di Emmanuel Lévinas

    Per Emmanuel Lèvinas (1906-1995) il problema fondamentale della filosofia, il problema dell'essere, è un problema morale.
    Di fronte all'altro l'identità, individuale o comunitaria, viene a trovarsi malgrado la propria buona coscienza senza alibi, all'accusativo, nella situazione di dover dar conto del proprio essere, del posto che occupa nel mondo e che l'altro non occupa, da cui un altro è stato escluso.
    L'accusativo è il primo caso in qualche modo. Il discorso dell'io, e di ogni comunità identitaria, nasce come giustificazione, come difesa dalla responsabilità ossessiva per l'altro.
    La coscienza, dice Lèvinas, è in primo luogo cattiva coscienza. Malgrado la sua buona coscienza e i suoi alibi, l'io è la crisi stessa dell'essere; e l'umano è il riemergere della coscienza non-intenzionale, della cattiva coscienza, della possibilità di temere l'ingiustizia subita all'ingiustizia commessa.
    Lèvinas vivant: effettivamente questo filosofo continua ancora, e forse con sempre maggiore pertinenza dato l'acuirsi del predominio (illusorio ma deleterio e micidiale) dell'identità sull'alterità nella nostra forma sociale ormai mondializzata a interrogarci e a sfidare, in un dialogo che inquieta, le ragioni, gli alibi e le scappatoie che, nella situazione odierna, rendono possibile il perdurare della buona coscienza, della coscienza pacificata. In questo libro i maggiori interpreti di Lèvinas mostrano l'attualità e l'imprescindibilità del suo pensiero.

    15,49 
  • Semiotica e dialettica

    Lo studio dei segni, la semiotica, ha a che fare con la dialettica, indipendentemente dall'impiego, nel suo discorso, di tale nozione. Il carattere implicitamente dialettico della semiotica non riguarda soltanto l'interazione tra le materie e tra gli oggetti di studio collegati dalla rete dei segni. La dialettica riguarda anche la relazione in cui la semiotica, orientata nella direzione di Peirce, Morris e Sebeok, fa consistere il segno: il segno non sussiste se non come rapporto triadico oggetto-segno-interpretante, che costituisce una sorta di cellula tenuta in vita dal rapporto con altre cellule dello stesso tipo in una catena infinita di rinvii da interpretante a interpretante.
    In questo libro il rapporto semiotica-dialettica viene esaminato nell'ambito della teoria della conoscenza, della logica, della linguistica, della matematica, della cibernetica, della fisica quantistica, dell'economia politica e dell'etica rinnovata nella direzione di ciò che Lévinas ha indicato, in contrapposizione all'umanesimo dell'identità, umanesimo dell'alterità.
    L'ampiezza tematica di quest'opera è resa possibile dal fatto che essa si avvale di lavori realizzati nell'arco di circa un trentennio. Volendo in breve dare un'idea della prospettiva secondo cui essi si sono andati orientando, è possibile farlo elencando i nomi degli autori maggiormente citati, quali Pietro Ispano, Marx, Peirce, Bachtin, Lévinas, Rossi-Landi, Schaff, Sebeok, nomi che fanno anche da indicatori di un percorso ancora da compiere circa il rapporto, da entrambe le parti ineludibile, tra semiotica e dialettica.

    15,00 
  • TANTI RACCONTI TANTI COLORI

    Il libro contiene 6 racconti illustrati a colori:

    • Raggio di luna
    • Il pesciolino che non sapeva nuotare
    • Il trenino impertinente
    • Taddeo e Susanna. Storia di due remi
    • Il fanale
    • Cricche Crocche e Manico d’Uncino
    10,00