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Introduzione alla Ricerca Empirica in Educazione
I concetti e i metodi[…] Occorrono anni di analisi per un'ora di sintesi. Il compito che ci sovrasta è davvero grande; le risorse da mobilitare sono notevoli, ma vi è anche la speranza che accompagna il mestiere di ricercatore e, soprattutto, quello di educatore.
Il campo della formazione esige, più di qualunque altro, precauzione e attenzione, riflessione e strumenti più adeguati di analisi e di intervento affinché ad un'età nuova corrispondano risposte, saperi e saper-fare nuovi.
La ricerca in questo campo tocca, anche nel nostro Paese, ambiti disciplinari molto variegati sia in ordine alle grandi aree disciplinari (area sociologica, area psicologica, area filosofica, area economica, area pedagogica), sia in ordine alle aree interne a ciascuna delle prime.
Il lavoro che qui viene presentato si inserisce, in maniera privilegiata, all'interno dell'area pedagogica e focalizza l'attenzione in modo specifico su quel terreno di lavoro che è possibile denominare in maniera piuttosto aperta della “ricerca empirica in educazione” […].
(dalla Presentazione del volume, scritta dall'Autore) -
Saperi, ipertesti e processi formativi
Realizzare la trasformazione di conoscenze e competenze appartenenti a un certo ambito disciplinare in significati in grado di promuovere apprendimento è certamente uno dei modi (non l’unico) per definire i processi di insegnamento.
Gli obiettivi precipui del presente lavoro possono essere sintetizzati come segue:
a) esplorare alcuni assunti ed idee circa la relazione tra saperi disciplinari, saperi scolastici, ipertestualità/ipermedialità e insegnamento;
b) sottoporre ad una sorta di metabolismo professionale la sollecitazione ad immettere nella didattica qualsivoglia artefatto umano per cercare di trasformare gli attributi che possono manifestarsi come negativi in attributi positivi.
Tra questi, in modo particolare, far evolvere sempre la dipendenza dall’artefatto in asservimento dell’artefatto.