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PUGLIA/EUROPA
Percorsi migratori 1946-1973La Puglia con altre regioni del Mezzogiorno ha partecipato alla costruzione dell’Europa contemporanea anche con i movimenti migratori.
Nel secondo dopoguerra i pugliesi svincolati dal legame tradizionale con la terra, si sono spostati alla ricerca di lavoro in quelle zone del Nord Italia e dell’Europa in cui si registrava una forte espansione produttiva.
Dalla Francia al Belgio, dalla Svizzera alla Germania, finanche nel piccolo Granducato del Lussemburgo, i nostri emigranti hanno dato un significativo contributo alla ricostruzione e al benessere dell’Europa.
Questa vicenda è, però, segnata anche da grandi tragedie come i caduti a Marcinelle e a Mattmark, senza considerare l’esercito di invalidi sul lavoro, la cui portata è ancora oggi poco conosciuta.
Gli Stati oggi più evoluti hanno raggiunto un elevato grado di benessere materiale e civile soprattutto perché un flusso di “stranieri” ha imposto con la sua semplice presenza un modo “transnazionale” di intendere l’appartenenza e la cittadinanza. -
Radio Bari nella Resistenza italiana
Il volume ricostruisce, basandosi su materiale inedito, le vicende relative alla radiofonia dell’Italia libera nei giorni immediatamente successivi all’8 settembre 1943, quando Radio Bari, salvata dalle distruzioni naziste, trasmise le prime notizie relative alla situazione del Regno del Sud e alle forme spontanee di resistenza contro il nazifascismo. “La guerra per onde” trovò nel capoluogo pugliese le condizioni adatte per alcune esperienze uniche nella storia della radio italiana. Dai microfoni della “Libera voce del Governo d’Italia” si sperimentò un modo moderno di fare informazione, che in poco tempo trasformò Bari in un laboratorio politico e culturale nazionale tale da suscitare sorpresa ed ammirazione in tutto il mondo libero.
Il recupero dei testi delle trasmissioni politico-culturali (tra cui quelli di Michele Cifarelli, Benedetto Croce, Alba De Cespedes, Annibale Del Mare, Tommaso Fiore, Aldo Moro, Libero Pierantozzi, Giorgio Spini, Antonio Piccone Stella) e la ricostruzione del lavoro svolto da Carlo Vitale, Ruggero Maccari, Edmondo Cancellieri, Alberto Perrini, Carlo Bressan, Ubaldo Lay, Cesare Polacco (assieme alla folta pattuglia di intellettuali e artisti pugliesi) offrono un quadro unico e d’insieme delle potenzialità del mezzo radiofonico e del suo apporto al processo di liberazione nazionale. -
RESISTERE PER VENT’ANNI. Antifascisti in Terra Jonica
Il volume segna l’ideale prosecuzione del pionieristico lavoro Antifascismo di Terra Jonica. Studi e documenti, a cura del compianto Matteo Pizzigallo, pubblicato nel 1989, che suscitò notevole scalpore per la sua portata innovativa sugli studi inerenti all’antifascismo di Terra Jonica, fino ad allora affidato alla memorialistica personale. Fu un’esperienza culturale valida, che meritava di essere ripresa, anche se… trent’anni dopo. Non a caso la pubblicazione di questo lavoro avviene nel corrente anno 2024, che segna il centenario del martirio di Giacomo Matteotti. Quale momento migliore per offrire il nostro contributo al dibattito, sempre più fioco ma sempre più urgente, in occasione di questa commemorazione?
I saggi qui raccolti riguardano personaggi e vicende del capoluogo e della provincia jonica, per sottolineare la relazione unitaria tra le varie realtà locali così come si agitarono nel ventennio fascista. -
Rifugiati in Terra di Bari e Salento 1943-1947
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 la Puglia divenne terra di accoglienza per profughi italiani e stranieri di diversa nazionalità, in un territorio libero e in un dopoguerra anticipato rispetto al resto del Paese. Sotto il controllo degli Alleati, e con il sostegno dell’UNRRA, furono allestiti dei Centri che accolsero prima una gran massa di persone in fuga dal terrore nazista che imperversava nei Balcani e, in seguito, molti sopravvissuti alle politiche razziali e di annientamento del terzo Reich.
In questa ulteriore ricerca dell’IPSAIC sui “Luoghi della memoria” si ragiona sul loro significato, si ricostruiscono alcune sedi di permanenza dei profughi in Terra di Bari e nell’estremo lembo del Salento, si recuperano testimonianze e si presenta un inventario del ricco materiale documentario e fotografico relativo alla singolare vicenda di una comunità, quella di Santa Maria al Bagno, frazione di Nardò, che si distinse per le spontanee manifestazioni solidaristiche verso gli esuli, ancora legati alle idee di libertà, amicizia e fiducia in una nuova vita. -
SINDACALISMO IN CAMICIA NERA – L’organizzazione fascista dei lavoratori dell’agricoltura in Puglia e Lucania (1928-1943)
La ricerca ricostruisce, dalla periferia, la vicenda istituzionale dei sindacati fascisti dell’agricoltura, ne restituisce l’organizzazione sul territorio, il «modo concreto di essere e di operare» di quadri locali e gruppi dirigenti. La dimensione interregionale del caso di studio, riguardante Puglia e Lucania, ha reso possibile uno sguardo ravvicinato da cui emergono i modelli generali di funzionamento dei sindacati in provincia. L’impulso è stato ad approfondire il «grado di coinvolgimento degli organizzati», ponendo mano ad «una storia sociale di queste istituzioni» nella prospettiva di ripercorrere le vie lungo cui «la modernizzazione autoritaria» fu «capace di penetrare sin nei recessi della provincia rurale italiana».
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Spinazzola
figure, fatti e costumiFigure, fatti e costumi di un periodo della storia di un piccolo e vivace centro si intrecciano e si snodano in un racconto che tende ad evidenziare uno spirito di vita.
Traspare, peraltro, l’esistenza veramente difficile in una delle zone economicamente più povere ed emarginate dell’intera Puglia, l’alta Murgia barese, considerata nel secondo quarto di questo secolo sull’onda dei ricordi di chi vi ha vissuto gli anni dell’infanzia e della prima gioventù.
Coerente con il suo stile espressivo, l’autore non riesce a celare, con tenue e costante ironia, un discreto e sottile richiamo morale che sottende tutto il lavoro e che, pertanto, va molto al di là dal ricordare soltanto. Nella lettura di quest’altro bel libro di Mari, chi ha vissuto in quel periodo o ha, comunque, radici a Spinazzola può ritrovare una parte di sù, forse proprio quella che dà sapore alla vita e ne spiega il tipo di crescita e di sviluppo, nella gioia e nel dolore delle alterne vicende della condizione umana. -
STEFANO BIANCO. Passione politica e impegno sociale
Il volume nasce in stretta relazione con il riordino dell’Archivio di Stefano Bianco che ha consentito una prima analisi del suo impegno nell’ambito dell’assistenza sociale e in quello politico.
La biografia racchiusa in queste pagine introduce il lettore in una storia più vasta e più complessa com’è quella della società civile, politica ed ecclesiastica del Mezzogiorno nella seconda metà del ’900. La prospettiva del lavoro colloca il protagonista in una ricostruzione storica del partito della Democrazia Cristiana in Puglia, e ancor meglio in provincia di Bari. Non quindi un semplice, sia pur doveroso, omaggio alla persona, ma una lettura del tempo che ha visto Stefano tra i protagonisti.
L’on. Pierluigi Castagnetti con una testimonianza diretta riconosce in Stefano «un uomo di carattere» e perciò un «personaggio scomodo».
Vincenzo Robles ricostruisce l’esperienza politica di Stefano e la sua presenza fra i cattolici democratici della Puglia.
Antonio Nappi ne mette in evidenza l’impegno a favore delle classi più emarginate e dimenticate. Un servizio alla Comunità sostenuto da un continuo aggiornamento e da una sempre più estesa esperienza professionale. Conclude: «La cifra della sua vita professionale è stata la politica intesa come “lavoro sociale” e il lavoro sociale è stato interpretato come dimensione politica”».
Pietro Sisto analizza l’impegno di giornalista di Stefano Bianco e il suo «costante, appassionato richiamo ai temi dei diritti dei cittadini, soprattutto degli ultimi e dei più bisognosi, e della trasparenza nella vita amministrativa e politica». -
SUD e RESISTENZA – Storie mai raccontate
“Sud e Resistenza: storie mai raccontate”. Saggio afferente al tema storiografico del partigianato meridionale, non si limita a ricostruire la vicenda di Felice Loiodice, emigrato pugliese,
condannato a due anni di reclusione dal Tribunale Speciale per “appartenenza al G.o.m.i.r.c. (Gruppo operaio movimento italiano rivoluzionario comunista)”, quindi partigiano nel Biellese dove viene catturato e fucilato, ma ha il merito di ricostruire il concorso di tanti pugliesi alla cospirazione clandestina antifascista, agli scioperi operai del 1943, alla lotta partigiana. Emergono figure esemplari quali il barese Vincenzo Lazzo impiccato al Ponte della Pietà di Quarona; il gioiese Cardetta Nicola (“Tigre”) fucilato a Rassa; i minervinesi Lombardi Michele (“Buk”) e Di Palma Giovanni (“Gorilla”) caduti in combattimento; i fratelli di Peschici Biscotti Vincenzo (“Mitra 1”) e Antonio (“Mario”); l’operaio coratino Nunzio Strippoli (“Talpa”), il primo a entrare nella città di Biella liberata, morto eroicamente in Alta Val Sorba, alla cui memoria furono intitolati un giornale e un distaccamento. -
Un treno per Matera 9 agosto 1915
Il 9 agosto 1915 veniva aperta all’esercizio la ferrovia Bari-Matera, primo tronco della rete appulo lucana delle Ferrovie Calabro Lucane realizzata dalla Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo. Nella ricorrenza del centenario della ferrovia, si è voluta recuperare la memoria delle vicende legate alla sua costruzione, la storia dei luoghi attraversati dalla rete appulo lucana, le innovazioni tecniche introdotte, ai più sconosciute e, non ultima, la straordinaria umanità di quella speciale “comunità” costituita dai ferrovieri di un’epoca non così remota.
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Una stagione di sanità
Il Policlinico di Bari: 1974-1981Questo libro si occupa della comunicazione degli animali non umani. Nello stesso tempo è un contributo fondamentale alla zoosemiotica, cioè allo studio della comunicazione animale in generale, umana e non umana.
E’ il linguaggio inteso come procedura modellizzante primaria, distinto dal parlare, procedura modellizzante secondaria, a differenziare la comunicazione umana dalla comunicazione degli animali non umani.
La zoosemiotica è inquadrata nel vasto ambito della biosemiotica, per la quale la comunicazione è la caratteristica specifica della vita, dai procarioti o batteri agli eucarioti dei grandi regni (animali, piante, funghi) e ai programmi comunicativi interni all’organismo che ne permettono la riproduzione e il mantenimento (codice genetico, sistema immunitario, ecc.).
Perciò questo libro è anche un contributo alla semiotica globale per la quale la semiosfera coincide con la biosfera. -
VITA E IMMAGINI DEL PRIMO NOVECENTO A CONVERSANO
Il volume raccoglie l'ampia e variegata materia delle tradizioni popolari e culturali della Conversano di inizio secolo: prima si analizzano i principali aspetti fonetici e morfologici del dialetto (essenziali per leggere e interpretare le numerose filastrocche e i tanti proverbi e canti popolari inseriti nei diversi capitoli) poi si prendono in esame la condizione esistenziale della popolazione, le consuetudini alimentari, la situazione abitativa, l'igiene, le fiere e i mercati e le festività religiose, quindi vengono presi in considerazione il ruolo della famiglia e della maternità e le fasi del fidanzamento e del matrimonio col sostegno di atti notarili e di carte dotali; infine vengono passate in rassegna le diverse forme di abbigliamento e di acconciature delle donne, facendo riferimento a preziosi materiali fotografici d'epoca inediti.
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VITO MASTRANGELO
Emigrazione italiana, sue cause, suoi effetti (1909)
L’industria pugliese e i suoi prodotti (1914)Nella Puglia del primo Novecento si assiste ad una proliferazione di nuove figure di intellettuali legati al movimento socialista, costretti dal diffuso clima repressivo nei confronti dei “sovversivi” a lunghi periodi di “emigrazione politica” e ad una emarginazione che inciderà anche sulla ricerca storiografica.
Si colloca in questo contesto la figura di Vito Mastrangelo (Putignano 1882 – Bari 1957), laureato presso la Scuola Superiore di Studi del Commercio di Venezia, esule in Svizzera, autore di ricerche e studi sul fenomeno migratorio e sui processi di industrializzazione della società pugliese.
Alieno da ogni manifestazione semplicemente parolaia del socialismo Mastrangelo, grazie all’influenza del sindacalismo rivoluzionario (ma nella sua variante settentrionale), dedica gran parte del suo impegno politico allo studio di una soluzione “concreta” delle problematiche meridionalistiche.
Dopo più di cento anni alcuni suoi scritti vengono recuperati e presentati da Giulio Esposito, nell’ambito di una complessa attività di ricerca sull’emigrazione politica in Svizzera, svolta da diversi anni nell’Ipsaic e nell’Insmli (Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia).