Lavoro e società
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FABBRICA
Storie e lotte alla Fiat di BariSe questo libro è un’autobiografia, è solo in parte quella dell’Autore; lo è nel contempo anche di quei tanti giovani ventenni che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, irruppero nel mondo del lavoro con la speranza di trovare il riscatto ed emancipazione ed insieme con la consapevolezza di essere protagonisti di un possibile cambiamento. Dentro e fuori le fabbriche con coraggio ed intelligenza, provarono a misurare la propria capacità di trasformare la società a ribaltarne le gerarchie. Non più individui, dunque, ma “una classe”, fondamentale per lo sviluppo economico e civile del Paese. Furono anni fecondi segnati da una grande passione sindacale e politica che consentì la conquista di diritti fondamentali per il mondo del lavoro e dell’intera società italiana.
Quelle conquiste, costate lotte e sacrifici, non sono comunque acquisite definitivamente (a dimostrarlo sono gli anni che viviamo). In un tempo che pare eterno presente senza memoria, questo libro ce lo ricorda attraverso la testimonianza appassionata di oltre 40 anni di vita in fabbrica ed indica ai ventenni di oggi nell’unità dei lavoratori e nella lotta intelligente e coraggiosa ancora una volta la via maestra per non disperdere le conquiste raggiunte. (Rosaria Lopedote)
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FILIPPO D’AGOSTINO
EROE D’UN ALTRO TEMPOFilippo D’Agostino è nato a Gravina in Puglia il 15 marzo 1885. Trasferitosi a Napoli, intrapresa la professione di ferroviere, aderisce al socialismo rivoluzionario di Bordiga. Dal 1918 a Bari. Sposa Rita Majerotti, ricopre delicati incarichi sindacali nella CdL di Bari e nel Sindacato ferrovieri italiani. Nel 1920 è eletto consigliere al Comune ed alla Provincia di Bari. Partecipa con la moglie a Livorno alla fondazione del Partito Comunista d’Italia divenendone segretario della federazione barese. Guida con Di Vittorio l’eroica e vittoriosa resistenza della Camera del Lavoro di Bari Vecchia nelle giornate dello sciopero legalitario. Licenziato dalle Ferrovie ripara prima a Trieste, dove è responsabile del giornale “Il Lavoratore”, quindi in Svizzera. Nel 1925 espatria clandestinamente in Francia dove cura il giornale “La Riscossa” ed è segretario regionale per il partito comunista nella regione delle Bocche del Rodano. Raggiunto da un decreto di espulsione, rimpatria. Arrestato, condannato dal Tribunale speciale, trascorre 5 anni tra confino e reclusione a Ustica, Pesaro, Ponza. Dal 1932 a Roma è un sorvegliato speciale. Con la crisi del fascismo diviene punto di riferimento nella lotta di liberazione romana. Arrestato il 19 dicembre 1943 è deportato a Mauthausen. Nel campo organizza con altri un comitato di resistenza clandestino. Scoperto nel tentativo di promuovere una rivolta di internati è brutalmente percosso, ucciso col gas e cremato nel Castello di Hartheim il 14 luglio 1944.
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Nei paesi degli eccidi cronici: appunti sulla Puglia e altri scritti
Giuseppe De Falco (Corato 1878 – Roma 1952) fu con Giuseppe Di Vittorio uno degli esponenti di punta del sindacalismo rivoluzionario meridionale. Segretario della Camera del Lavoro di Bari nel 1903 dette vigore a diverse leghe sindacali in Puglia. Sulla spinta delle idee di Salvemini, si impegnò nell’analisi delle problematiche sociali più rilevanti del Sud e nella battaglia per il suffragio universale. Direttore del periodico socialista “La Conquista” fu costretto nel 1910 a riparare in Svizzera, dove non cessò di denunciare la repressione delle lotte proletarie nel Mezzogiorno. Nelle inquiete evoluzioni del socialismo rivoluzionario strinse un intimo sodalizio con Mussolini, collaborando alla rivista “Utopia” e al “Popolo d’Italia” di cui fu caporedattore tra il 1914 e il 1918. Nel dopoguerra la distanza tra i due divenne incolmabile per la deriva antisocialista mussoliniana. In seguito De Falco, dal “Giornale del Popolo” (1918-1921) da lui fondato e dalle colonne del “Mondo” di Amendola, attaccò la svolta autoritaria e illiberale del fascismo. Agli inizi degli anni Trenta, per sottrarsi al rigido controllo del regime emigrò, come corrispondente dell’Agenzia Stefani, in Turchia. Ritornato in Italia nel dopoguerra, visse in completo isolamento dalla vita politica e culturale.
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Opposizione alla guerra e proteste delle donne in Puglia (1914-1918)
In questo volume si ricostruiscono gli orientamenti politico-ideologici sulla partecipazione alla vicenda bellica del mondo del lavoro in Puglia, si recuperano documenti e testimonianze di militanti legati al Partito socialista ed al sindacato, tra cui Rita Maierotti, Maria Prasti ed Elvira Catello, che costituiscono il punto di riferimento di una battaglia pacifista che dalla guerra di Libia si sviluppa lungo il corso di tutto il conflitto mondiale sino al primo dopoguerra.
Con documenti e scritti di
Rita Maierotti, Elvira Catello, Maria Prasti, Giuseppe Di Vagno, Raffaele Pastore, Alfonso Leonetti, Luigi Allegato, Pietro Tresso