Vito Antonio Leuzzi dirige l’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea. È autore di diversi volumi, saggi e studi sulla storia sociale e culturale della Puglia e del Mezzogiorno. Per Edizioni dal Sud è Direttore della collana “Memoria”.
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1943 LA PUGLIA IN GUERRA
In questo volume si affrontano alcuni avvenimenti del 1943, vero e proprio anno cruciale del secondo conflitto mondiale.
La guerra totale, con il pieno coinvolgimento del fronte interno, assunse un carattere devastante in Puglia. Aspetti drammatici come quello dei bombardamenti che coinvolsero i maggiori capoluoghi pugliesi, ma anche piccoli centri, sono rimasti impressi nelle diverse generazioni vissute tra guerra e dopoguerra e ben presto dimenticati.
I raid aerei anglo-americani, avvenuti tra la primavera e l’estate del 1943, e la violenta reazione germanica dopo l’armistizio dell’8 settembre determinarono una scia di sangue con stragi e misfatti che ebbero come epicentro la resistenza militare a Barletta, Bari e diverse altre località, in particolare dell’Alta Murgia e della Capitanata.
Tra gli aspetti significativi di questa densa ricostruzione storiografica e documentaria che riflette ricerche ultradecennali dell’Ipsaic, fondato da Tommaso Fiore, si evidenzia il ruolo della Puglia come terra di accoglienza per profughi, rifugiati e rimpatriati nella lunga fase di transizione dal fascismo alla democrazia. -
A lezione di Libertà. Tommaso Fiore, umanista e meridionalista, tra etica e politica. Catalogo della mostra didattico-documentaria
La mostra A lezione di Libertà. Tommaso Fiore, umanista e meridionalista, tra etica e politica costituisce il risultato di una complessa e lunga attività di ricerca avviata dall’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea su una pluralità di fonti documentarie, manoscritti, materiale fotografico e pubblicazioni in gran parte custodite nell’archivio e nella biblioteca dello stesso istituto, fondato da Tommaso Fiore nel 1970.
La finalità dell’iniziativa didattico-documentaria è quella di fornire una visione d’insieme del percorso e della complessa opera dell’umanista pugliese, di creare uno strumento di condivisione tra i vari enti del territorio che hanno aderito alla rete promossa dall’IPSAIC sotto l’egida della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Puglia, in modo da venire incontro a esigenze culturali e di studio diverse.La mostra, realizzata in occasione del 50° anniversario della scomparsa di Tommaso Fiore, è divisa in cinque sezioni:
1. Formazione, guerra e lotta politica
2. Meridionalismo, socialismo e opposizione al regime
3. Lotta clandestina e costruzione della democrazia
4. Democrazia e identità pugliese
5. La scomparsa di Tommaso Fiore.In ogni sezione sono indicati possibili percorsi di ricerca e di approfondimento.
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Bari 28 e 29 gennaio 1944
Il Primo Congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale«L’Italia è la prima terra di Europa che viene ad essere liberata dal fascismo-nazismo e dagl’invasori tedeschi; e all’assetto che essa prenderà col favore delle Nazioni Alleate i popoli degli altri paesi europei guarderanno come a saggio della loro nuova vita.» Benedetto Croce, 28 gennaio 1944
«Sgombrate, vuote ombre di Brindisi, noi siamo il popolo d’Italia, rappresentiamo tutto il popolo d’Italia, nessuno ci potrà impedire di riunirci dove e quando vogliamo, siamo il nuovo governo, la democrazia, l’avvenire d’Europa.» Tommaso Fiore, 29 gennaio 1944Saggio introduttivo e cura di Vito Antonio Leuzzi. Scritti di Michele Cifarelli, Tommaso Fiore, Giorgio Spini, Aldo Moro (7-8 aprile 1964), in occasione del XX anniversario del Primo Congresso.
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Bari 28 luglio 1943 – Memoria di una strage. “Riedizione integrata”
La mattina del 28 luglio 1943 la notizia diffusa da alcuni quotidiani che i detenuti politici sarebbero stati rilasciati nella giornata, provocò la mobilitazione spontanea di studenti e professori che organizzarono un corteo con l’intento di andare incontro agli intellettuali rinchiusi nel carcere della città.
Più di 200 manifestanti per lo più giovanissimi (diversi erano studenti medi), dopo aver attraversato alcune strade del centro di Bari, giunti nei pressi della federazione del partito fascista, in via Niccolò dall’Arca, dove era stato dislocato un reparto dell’esercito, chiesero all’ufficiale che comandava il nucleo, la rimozione delle insegne del fascismo […].
In pochi attimi la strada si ricoprì di morti e di numerosi feriti che non furono soccorsi con tempestività per l’atteggiamento dei militari, e soprattutto, perché si dispose il suono prolungato delle sirene che venivano attivate quando c’era il rischio di un attacco aereo.
Il tragico bilancio della strage, 20 morti e 38 feriti secondo le cifre ufficiali, ma il loro numero non è stato mai definitivamente accertato. [dalla Introduzione]
Con l’ausilio di testimonianze dirette e documenti attendibili di diverse fonti civili e militari, il libro ricostruisce una delle più spietate azioni di rappresaglia compiute subito dopo il 25 luglio nei confronti della popolazione civile.Riedizione integrata, comprende nuove testimonianze e la postfazione a cura di Annabella De Robertis.
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Bari 9 Aprile 1945
La terrificante esplosione della nave HendersonUna terrificante esplosione si verificò nel porto di Bari il 9 aprile del 1945. Pochi minuti prima di mezzogiorno saltò in aria il piroscafo americano Charles Henderson carico di bombe d’aereo e di altro pericolosissimo materiale bellico determinando conseguenze tra le più catastrofiche e luttuose della storia cittadina.
Per la seconda volta, dopo il disastroso raid aereo effettuato dai tedeschi un anno e mezzo prima, la città subì immani devastazioni e perdite elevatissime. Le vittime accertate furono 317, tutti civili in gran parte operai portuali, assieme a 13 militari e 35 civili della nave americana (dell’equipaggio se ne salvarono solo due), costituito da 13 militari e 35 civili. I feriti furono oltre un migliaio senza considerare i feriti lievi che non ricorsero alle strutture sanitarie.
Venne cancellata in pochi attimi una intera categoria di lavoratori di Bari (266), ma anche di altri centri della Puglia: 17 erano di Molfetta, 8 di Gallipoli, 9 di Bisceglie, 5 di Mola, 4 di Trani, 2 di Palo del Colle, 2 di Giovinazzo, 1 di Bitonto, 1 di Corato, 1 di Monopoli, 1 di Putignano, 1 di Conversano, 1 di Rutigliano, 1 di Ruvo di Puglia, 1 di Triggiano, 1 di Turi, 1 di Valenzano; ci furono anche vittime di altre regioni: 1 di Venosa, 1 di Torre del Greco, 1 di Messina, 1 di Sernaglia della Battaglia (Treviso), 1 di Bologna.
L’«Union Jack», quotidiano inglese, e il «New York Times», americano, furono i primi organi d’informazione a pubblicare la notizia considerando lo scoppio della nave: Uno dei maggiori disastri della guerra nel teatro del Mediterraneo. Il maggiore giornale statunitense, pubblicò il 13 aprile le cifre ufficiali dei feriti (1.730), indicò l’incendio delle navi, i danni alla città ed alla Cattedrale, mettendo in luce il secondo disastro di Bari, dopo quello del 2 dicembre 1943 che aveva provocato mille vittime.
«La Gazzetta del Mezzogiorno», a distanza di due giorni, l’11 aprile, pubblicò alcuni necrologi che presentavano un riferimento indiretto alle conseguenze dello scoppio della nave.
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BARI AGOSTO 1922 – Di Vittorio, l’Alleanza del Lavoro e la resistenza al fascismo
La tenace resistenza del mondo del lavoro alla sistematica estensione della violenza che caratterizzò le origini del fascismo in Puglia, tra il 1921 e il 1922, è alla base di questo volume che concentra la sua attenzione sulla figura e sul ruolo di Giuseppe Di Vittorio, protagonista assieme ad altri leader, tra cui Filippo D’Agostino, Piero Delfino Pesce e Rita Majerotti, dell’Alleanza del Lavoro e delle drammatiche vicende che caratterizzarono Bari nell’agosto del 1922.
In questa visione unitaria della lotta al fascismo incise in particolar modo il brutale assassinio del deputato socialista Giuseppe Di Vagno.
Banco di prova dell’Alleanza del Lavoro fu la manifestazione del 1° maggio 1922 a Bari.
Con lo “Sciopero legalitario”, come lo definì Turati, del 1° agosto 1922, a Bari furono difese strenuamente le due Camere del Lavoro, le numerose leghe e le associazioni operaie. I fascisti e la forza pubblica, che ricorse anche a mezzi blindati, furono ripetutamente respinti dai lavoratori e da una mobilitazione popolare che assunse caratteri epici. -
BARI rifugio dei profughi nell’Italia libera – Campi e centri di raccolta tra emergenza e normalizzazione (1943-1951)
Con questo volume si intende proseguire l’indagine avviata dall’IPSAIC sulla particolare funzione della Puglia, dopo l’8 settembre 1943, come zona di accoglienza di profughi italiani e stranieri, tra cui molti ebrei in fuga dalla guerra e dal terrore nazista. Nella Terra di Bari le prime strutture furono allestite dagli alleati con il concorso del Governo italiano e degli organismi internazionali, in particolare la “Commissione Alleata”, l’UNRRA e in seguito l’IRO, riadattando ex campi di prigionia del regime. Lo studio di tali eventi storici è approfondito dalla lettura organica delle complesse vicende del Transit Camp n. 1 di Bari/Carbonara, nonché dei campi di Palese, Trani e Barletta, che accolsero le Displaced Persons. La nascita a Bari della Comunità ebraica e la ricostituzione di diversi nuclei familiari di ebrei, dopo le drammatiche vicende delle leggi razziali, della guerra e della deportazione, sottolineano la funzione del tutto inedita della città. Le diverse testimonianze aiutano ad individuare e comprendere più a fondo il sistema di accoglienza e la funzione delle strutture di permanenza, utilizzate anche per gli italiani rimpatriati, nel lungo e travagliato dopoguerra.
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Comunicazione politica alle origini della Repubblica. Temi e protagonisti pugliesi alla Costituente
Con l’intensa attività del Ministero della Costituente ed, in seguito, con il lavoro dell’Assemblea eletta il 2 giugno del 1946, si posero le basi per la definizione di una carta costituzionale in grado di reggere il giro di boa della società nazionale. Le proposte di decisivi cambiamenti nella struttura dello Stato, nella realtà economico-sociale, culturale e civile, furono oggetto di ampi dibattiti con il decisivo apporto dei Costituenti pugliesi.
In questo volume si evidenzia il ruolo dell’informazione, in particolare stampa quotidiana e radio, nel rapporto con l’opinione pubblica e nel presentare e promuovere, anche nei contesti locali, i temi del lavoro, architrave della carta costituzionale, delle regioni e delle autonomie locali, della scuola, del diritto d’asilo, dei trattati di pace.
“Come noi cerchiamo di ottenere da tutti i Paesi condizioni di assoluta eguaglianza per i lavoratori italiani, così senza nessuna discussione dobbiamo essere incondizionatamente per l’uguaglianza dei diritti dei lavoratori stranieri occupati in Italia.”
(Giuseppe Di Vittorio, Ministero Costituente, interrogatorio del 27 luglio 1946)
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Dear America!
Emigrati pugliesi tra Buffalo e Mosca. Giuseppe e Thomas Sgovio nei Gulag stalinianiQuesto libro-catalogo propone la collaborazione – promossa e coordinata da Teca del Mediterraneo Biblioteca Multimediale e Centro di Documentazione del Consiglio Regionale della Puglia – di studiosi italiani, statunitensi e russi, per documentare quella che fu la grande ondata di migrazione di meridionali verso gli Stati Uniti all’inizio del Novecento, e le vicende drammatiche di molti di loro che, illusi dal grande progetto socialista, si trasferirono in Russia e finirono nell’infernale ingranaggio concentrazionario staliniano, avviati ai campi di lavoro forzato della Siberia Orientale.
Contributi, in italiano e in inglese, di: Vito Antonio Leuzzi, Giulio Esposito, Mariolina Pansini, Maria Rosaria Sicoli; Martin F. Ederer, padre Secondo Casarotto, Jean Richardson, Kenneth S. Mernitz, Alex Blair, David Carson, Gary Marotta; Mikhail Nikolayev, Elena Nikolaeva. -
DONNE CONTRO LA GUERRA
La rivolta di MONTELEONE DI PUGLIA (23 agosto 1942)Questa nuova edizione del volume, edito 12 anni fa, si caratterizza per nuovi e significativi dati e documenti scaturiti dalla completa disponibilità delle fonti giudiziarie, relative ai fatti di Monteleone del 23 agosto 1942, presso l’Archivio di Stato di Bari.
L’approfondimento storico-culturale della rivolta di una intera comunità composta quasi esclusivamente da donne, contro un regime dispotico e contro una guerra disastrosa, consolida la presa di coscienza delle prove difficili che hanno caratterizzato le generazioni vissute nella prima metà del secolo scorso.
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Elvira Catello
e la “Lux” tra utopia e libertà Una pacifista pugliese a New York nel 900La storia di Elvira Catello, trasferitasi da Locorotondo a New York nei primi anni del XX secolo, animatrice di uno dei più importanti circoli politico-culturali di tendenza libertaria e anarchica nella metropoli statunitense, assume un particolare rilievo.
Scrittrice, pacifista e tenace avversaria del militarismo, Elvira fondò, assieme a suo marito Elio Perrini, la Libreria Editrice “Lux”, vero e proprio polo di diffusione della stampa di controinformazione anarchico-radicale, italo-americana. In questo contesto si distinse anche per la sua opera di sceneggiatrice di una compagnia teatrale, organizzando una serie di rappresentazioni, messe in scena da donne, che attirarono l’attenzione dell’intero movimento femminista americano.
Nell’indagine, si documenta il percorso biografico ed emancipativo della Catello, si recupera il contesto sociale e politico di una regione, la Puglia, percorsa dalle prime manifestazioni operaie e contadine, e si evidenzia la particolarità delle Little Italy come ghetto caratterizzato dall’isolamento e dalla paura di integrarsi nel Nuovo Mondo. La Libreria “Lux” fu infatti punto di ritrovo degli esuli politici italiani e degli attivisti radicali americani.
Questa ricostruzione s’impone all’attenzione perché si avvale anche degli studi condotti su materiale documentario statunitense, reperito da Jennifer Guglielmo, una delle studiose più note dei movimenti radicali femminili in America.
Il libro contiene il testo integrale del dramma teatrale in 4 atti, scritto da Elvira Catello, Il Trionfo della Verità. -
EMIGRATI POLITICI PUGLIESI
Sovversivi e fuoriusciti nel NovecentoIl volume offre un panorama dell’emigrazione politica in Francia, Belgio, USA e URSS e si sofferma su alcune figure rappresentative della nostra regione come Filippo D’Agostino e Vincenzo Gigante (finiti nei campi di sterminio nazisti), di Guido Serio e Salvatore Sallustio (vittime delle purghe staliniane), di Eugenio Santacesarea e di Domenico Carano Notaristefano (entrambi caduti nella guerra di Spagna), di Renato Leopizzi, autentico apostolo mazziniano che finì relegato in manicomio.
Aspetti poco conosciuti del percorso migratorio di Gaetano Salvemini e Giuseppe Di Vittorio, nonché una ricognizione dei sovversivi e fuoriusciti nelle diverse provincie pugliesi, corredano l’insieme della ricerca.
«L’emigrazione – come ha sostenuto Giovanni De Luna – è la storia di una sconfitta. L’esilio fu infatti la sanzione esistenziale di una sconfitta politica e di una scelta obbligata e traumatica». -
Identità regionale e informazione nella Puglia degli anni Settanta – Riforma Rat-Tv e partecipazione democratica
Il volume è frutto dell’attività di ricerca promossa dall’Ipsaic e dal Corecom, intesa a ricostruire il tormentato processo di riforma radiotelevisiva degli anni Settanta e la funzione che questo ebbe nel favorire un’ampia e diffusa partecipazione democratica. La riforma scaturiva al contempo dall’esigenza di una più estesa circolazione di idee e valori storico-culturali legati alle specifiche realtà locali ed era connessa anche all’entrata in funzione delle Regioni. Non restò estranea a questo processo la stessa carta stampata, che svolse un’importante funzione, talvolta concorrenziale con la Rai. Nel corso dell’indagine, condotta in diverse strutture documentarie, regionali e nazionali e attraverso una serie di interviste ad alcuni dei protagonisti, si è cercato di individuare i caratteri della svolta, il lento processo di decentramento dell’informazione Rai e il suo impatto sulla formazione dei caratteri di una identità culturale specificamente pugliese.
Postfazione di Felice Blasi
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In cammino per la Libertà
Luoghi della memoria in Puglia (1943 – 1956)In questo volume si recupera la memoria dei luoghi e dei monumenti più significativi relativi al percorso di Liberazione in Puglia. Lapidi, monumenti e sacrari, che costellano grandi e piccoli centri della regione, costituiscono simboli dei tragici eventi della guerra e della violenta occupazione nazi-fascista.
Alla memoria in pietra è affidato il ricordo delle stragi e dei misfatti nazisti dopo l’8 settembre 1943, le vittime pugliesi alle Fosse Ardeatine, i caduti militari e civili degli eserciti alleati.
In quest’ambito si documentano sistematicamente anche i campi per profughi e rifugiati stranieri tra cui iugoslavi ed in particolare ebrei di diversa nazionalità. Queste testimonianze sono tappe di un percorso del ricordo e momenti significativi di riflessione culturale e civile.
Per lungo tempo le vicende della Liberazione al Sud sono state rimosse rischiando una totale dissolvenza. -
INFERNO SU BARI
BOMBE E CONTAMINAZIONE CHIMICA: 1943-1945«E d’un tratto un fragore spaventoso simile allo scoppio simultaneo di mille tuoni, squarciò l’aria, seguito da una serie di esplosioni minori.»
(2 dicembre 1943. Roxanne Pitt, agente dell’Intelligence Service inglese.)
«Con grande stupore vidi il mare in fiamme. Non capivo, ero meravigliato, non mi rendevo conto che il mare potesse bruciare.»
(2 dicembre 1943. Testimonianza di Gennaro Dammacco.)
«Pezzi della nave del peso di qualche tonnellata furono disseminati per un raggio di qualche chilometro provocando non pochi danni agli edifici della zona portuale, mentre spruzzi di nafta furono proiettati così lontano da raggiungere i sobborghi della città.» (9 aprile 1945. Giuseppe Geraci, Ingegnere del Genio Civile.) -
Informazione, censura e opinione pubblica
La Gazzetta del Mezzogiorno nella Liberazione italiana 1943-1945In questo volume si ricostruiscono le vicende de La Gazzetta del Mezzogiorno nella fase di transizione dal fascismo alla Liberazione, durante la quale la Puglia svolse un’importante funzione di “centro editoriale” dell’Italia libera. Il quotidiano, stampato a Bari, fu l’unico giornale italiano dopo il 25 luglio 1943 che non interruppe neppure per un giorno le sue pubblicazioni. La lotta per il suo controllo evidenzia il ruolo centrale dell’informazione nell’orientamento di una opinione pubblica in un dopoguerra anticipato rispetto al resto del Paese.
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L’8 Settembre 1943 in Puglia e BasilicataDocumenti e testimonianze
Una delle maggiori difficoltà nella ricostruzione dei caratteri della reazione popolare alla guerra e alle violenze della Wehrmacht, in alcune aree del Mezzogiorno, dopo l’8 settembre, è data dalla debole memoria pubblica di quegli eventi sottoposti negli anni della transizione dal fascismo alla repubblica e per tutti gli anni Cinquanta ad un forte isolamento nel dibattito politico-culturale e ad una emarginazione anche sul piano della ricerca storiografica1.
La particolare situazione del Sud, caratterizzata da una profonda crisi sociale e civile connessa anche alla occupazione militare anglo-americana che si protrasse fino al 1946, non favorì una generale presa di coscienza delle conseguenze della breve ma violenta occupazione tedesca. Per effetto della censura prima badogliana e poi anglo-americana l’opinione pubblica non percepì immediatamente la portata dell’azione distruttiva dell’esercito tedesco e le conseguenze delle operazioni terroristiche contro militari e civili. Solo a distanza di un anno dai drammatici avvenimenti conseguenti l’armistizio si registrarono in Puglia le prime iniziative pubbliche per ricordare le vittime delle stragi della Wehrmacht in una situazione però di forte tensione caratterizzata dalla radicalizzazione dello scontro politico-sociale. La delegittimazione dei partiti che si riconoscevano nel CLN da parte delle forze monarchico-badogliane ebbe tra le altre conseguenze quella di emarginare le manifestazioni per ricordare la lotta antifascista e antinazista o di occultarne il significato storico-politico.
(…) La gente comune percepì immediatamente la posizione dell’ex alleato che in diverse situazioni si abbandonò a violenze inaudite ed a vergognosi misfatti, soprattutto contro militari sbandati, non risparmiando in taluni casi anche la popolazione civile.
In quest’ambito vengono ad assumere un importante significato le relazioni ed i rapporti dei carabinieri, le relazioni di ex podestà, ancora in carica dopo l’8 settembre, o di Commissari nominati dai Prefetti, le relazioni di diverse autorità militari (finanzieri, responsabili delle questure) ed esponenti del clero (vescovi, parroci). Si sono rivelati utili anche i registri di stato civile relativi ai decessi per i mesi di settembre-ottobre 1943, in particolare le dichiarazioni di iscritti all’ANPI, dopo il 194529.
Rilevante anche la documentazione di Enti pubblici come l’Acquedotto Pugliese, importante obiettivo strategico delle operazioni militari tedesche nel corso della ritirata.
Anche le ricostruzioni di alcuni storici locali in occasione di scadenze celebrative negli anni Sessanta e Settanta, pur condizionate dal mito della “resistenza organizzata”, in analogia con quanto era accaduto al Centro-Nord, offrono importanti dati sulle violenze e stragi naziste. (…) -
LA PUGLIA AL VOTO
Ricostituzione dei partiti e prime elezioni (1943 – 1946)Intento principale di questo volume è quello di valorizzare e prima ancora recuperare documentazione utile alla ricostruzione di una memoria collettiva delle tappe principali della formazione di una coscienza e di una identità repubblicana in Puglia.
Attraverso i documenti sulla ricostituzione dei partiti politici e dai dati sulle prime elezioni amministrative, sui risultati della Costituente e del referendum del 2 giugno 1946 (tutti qui analiticamente e scrupolosamente riportati), si potrà cogliere appieno il cammino faticoso ma costante verso il raggiungimento di una piena maturità democratica e antifascista nella nostra regione. -
La Puglia alla Costituente – 1946 Informazione, opinione pubblica e prime elezioni
“La Repubblica italiana: non più un sogno romantico di cospiratori, un’immagine epica di poeti; non più una bandiera di ribellione e d’insurrezione. La Repubblica italiana: una realtà pacifica e giuridica scesa dall’empireo degli ideali nella concretezza terrena della storia, entrata senza sommossa e senza guerra civile nella pratica ordinaria della Costituzione. Com’è potuto avvenire questo miracolo?”. Piero Calamandrei, “Miracolo della ragione” – 9 giugno 1946
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La Puglia libera
CLN, partiti e prime elezioni tra reazione e democrazia
Documenti e testimonianze (1943-1946)Con questo volume s’intende far conoscere e valorizzare la fase costitutiva della storia politico-istituzionale regionale, all’indomani del crollo del regime, attraverso testimonianze e documenti ormai difficilmente disponibili.
L’intento principale è stato quello di recuperare documentazione utile alla ricostruzione di una memoria collettiva relativa alla formazione di una coscienza e di una nuova identità democratica e repubblicana nella regione.
È parso opportuno offrire al lettore un quadro il più possibile esauriente delle prime elezioni libere nella nostra regione: le amministrative della primavera e dell’autunno del 1946, quelle per la Costituente ed il referendum del 2 giugno 1946.
Il volume è corredato dei dati relativi ai rappresentanti pugliesi alla Consulta, alla Costituente e l’indicazione dei primi sindaci dei cinque capoluoghi di provincia.