Renato de Robertis (1964) vive a Bari. È stato autore di servizi televisivi negli anni novanta. Ha scritto sulle trasformazioni dell’insegnamento. Insegna Lettere.
Crea laboratori di teatro con i suoi studenti – una vera felicità per lui.
Pubblica su diverse testate giornalistiche. È juventino, ma ha il cuore biancorosso.
Indossa sempre cravatte colorate. Ha indossato la divisa della Marina Militare.
Dipinge. I suoi quadri, firmati Bertos, sono disseminati qua e là.
Una notte ha sognato di cenare con De Pisis e Sironi.
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BARI è un sole notturno – versi e prose (2005-2020)
Lo scenario è Bari, una città che scopre, giorno dopo giorno, i negozi che chiudono e le sue strade non più riconoscibili tra crisi e movida. Al centro delle cronache nazionali, il capoluogo pugliese è divenuto un palcoscenico per romanzieri, registi, poeti.
Così l’autore cerca lo spleen di una realtà cittadina rappresentando esistenze vere e disincantate. Appaiono donne e uomini di una contemporaneità raccontata attraverso la vitalità del quartiere Libertà o le ansie di un venditore di call center.
In una prospettiva di oggettività, ecco i profili di un politico corrotto, di un manager senza lavoro, di docenti in crisi, ossia i personaggi di un’opera che vuole essere un bilancio in versi dedicato agli anni dell’incertezza. -
IL VIVANTE TESTIMONE DI SECOLI Viaggio in una scuola
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L’Istituto barese Cesare Vivante trova per la prima volta un suo racconto storico che coglie l’occasione per approfondire alcuni temi dell’attualità didattica e pedagogica. Grazie a un intenso sforzo ricostruttivo l’autore fa emergere una realtà scolastica che ha attraversato le vicende italiane.
Il saggio, dedicato all’Istituto commerciale sorto nel 1882, viene arricchito di ricerche fotografiche, documenti inediti e memorie. Affiora un quadro d’insieme che consente di osservare la lunga strada tracciata dal viaggio culturale e umano di una comunità. Anche se con un pizzico di nostalgia per un tempo scolastico lontano, compare una visione dedicata alla scuola del futuro.
Il confronto tra numerosi processi storici indica al lettore l’idea che la scuola, pur con le sue contraddizioni, rimane una risposta fondamentale agli anni dell’incertezza.
Con una narrazione appassionata, il libro racchiude una dichiarazione d’amore verso docenti e alunni di ieri e oggi. Inoltre, mette in evidenza una proposta progettuale: riconoscere le scuole come patrimonio pubblico da custodire, in quanto testimonianza della memoria collettiva.