Luigi Mazzotta, nato a Squinzano (Lecce) nel 1943, abita a Bari.
Si è laureato in Economia e Commercio a Firenze. Ha lavorato come dirigente in aziende del settore elettrico, meccanico, alimentare e, in precedenza, presso l’Ufficio studi della Cgil Puglia. È stato presidente di Federmanager Bari.
Ha pubblicato diverse monografie sull’economia pugliese e articoli per le riviste «Rassegna Sindacale» e «Dirigenti in Puglia».
Ha pubblicato con Schena Editore nel 2016 All’imbrunire cominciava lo spettacolo – Storie del Novecento salentino e nel 2018 Prima dell’Erasmus – Storie di giovani a Firenze negli anni ’60.
-
L’Italia del Re – Brindisi 10/9/1943 – 10/2/1944
Nel pomeriggio del 10 settembre 1943, scortata dall’incrociatore Scipione l’Africano, arriva a Brindisi la Baionetta, una piccola nave da guerra.
A bordo ci sono il re Vittorio Emanuele III, la regina Elena, il principe ereditario Umberto, il capo del governo Badoglio, tre ministri e una cinquantina di persone tra generali, attendenti
e servitù. Erano partiti all’alba del 9 settembre frettolosamente da Roma lasciandola senza comandi e senza disposizioni, avevano percorso la Via Tiburtina e si erano imbarcati a Ortona.
Brindisi diventa, per cinque mesi, la sede governativa di King’s Italy (l’Italia del re), come la chiamano gli alleati anglo-americani, e comprende le province di Brindisi, Bari, Taranto e Lecce. Il restante territorio meridionale è occupato e amministrato direttamente dagli Alleati, quello da Roma in su è occupato dalle truppe tedesche.
In quel periodo Badoglio firma l’armistizio lungo e dichiara guerra alla Germania; a fine gennaio del ’44 si svolge a Bari il primo Congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale.
Durante la permanenza a Brindisi, il re ripercorre gli avvenimenti importanti della sua vita: l’infanzia malaticcia, la rigida educazione militare, le piacevoli frequentazioni napoletane, il
fidanzamento con Elena in Montenegro, il loro matrimonio, la luna di miele nell’isola di Montecristo, l’assassinio del padre. Ricorda con orgoglio la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale e la defenestrazione di Mussolini; si assolve per aver sconfessato lo stato d’assedio di Roma, firmato le leggi razziali e dichiarato guerra a Francia e Inghilterra.
Dopo l’11 febbraio 1944, le province meridionali liberate dagli Alleati, ritornano sotto l’amministrazione italiana. Il re, con la sua corte, parte per Salerno, nuova sede del governo.
Spera che sia una tappa di avvicinamento per il suo rientro a Roma, ma gli avvenimenti successivi gli destineranno un finale differente. -
VENIVANO DA LONTANO. Storie di Polacchi in Puglia
Nel dicembre del 1944 arriva in un paese del Salento un reggimento di artiglieri polacchi. Fa parte del II Corpo d’Armata sbarcato un anno prima a Taranto, proveniente dall’Egitto. La maggior parte di essi era stata nelle carceri e nei gulag dell’Unione Sovietica; amnistiati e trasferiti in Iran e in Iraq erano stati inquadrati e addestrati nell’VIII Armata britannica. Dopo aver combattuto con gli Alleati a Montecassino conquistando la collina del monastero, avevano aperto la strada per liberare Roma dai nazisti. Gli abitanti del paese li accolgono con diffidenza, li considerano occupanti più che liberatori, ma nascono anche degli amori: tra Immacolata e il soldato Karol, tra Carmelina e il sergente Malek, tra Maria e il capitano Sbovoda. Finita la guerra, la maggior parte dei soldati polacchi non accetta di ritornare in patria, dov’è nato un governo filo-sovietico, e resta in Italia. A Londra si forma un governo polacco di opposizione che, al fine di far recuperare ai soldati gli anni passati in guerra e formare una nuova classe dirigente, organizza per loro corsi di studio in Italia.
Malek frequenterà il liceo ad Alessano, Karol il corso di Agraria a Lecce, Sbovoda dirigerà un corso di addestramento di tiro ad Avetrana. Alla fine del 1946, Malek parte per l’Inghilterra per completare gli studi; Karol sposa Immacolata ma, qualche anno dopo, ritorna in Polonia; il capitano Sbovoda sposa Maria e resta in paese. Nell’ottobre del 1980 giunge a Otranto Karol Wojtyla, il Papa polacco, per commemorare gli ottocento martiri trucidati dai turchi cinquecento anni prima. Tra i trecentomila fedeli presenti alla celebrazione della Messa c’è anche Immacolata; immagina il suo Karol felice in un campo di grano. Un sorriso le illumina il volto.