Giulio Esposito (1959-2015), laureato in lettere e filosofia, è stato docente di secondo grado e ricercatore dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI) presso l’Istituto Pugliese per la storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea (IPSAIC) di Bari.
Ha collaborato con vari periodici ed è stato autore e curatore di numerose pubblicazioni sulla storia del Novecento pugliese, sull’emigrazione, sul movimento socialista pugliese, sui profughi del secondo dopoguerra e sui rapporti della Puglia con gli Stati vicini.
A Noci, dove risiedeva da molti anni, ha contribuito attivamente al risveglio della storiografia locale con diversi scritti e conferenze su importanti questioni di storia nocese e promuovendo pubblicazioni e attività sull’emigrazione, sugli antichi mestieri e sulla scuola.
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Dear America!
Emigrati pugliesi tra Buffalo e Mosca. Giuseppe e Thomas Sgovio nei Gulag stalinianiQuesto libro-catalogo propone la collaborazione – promossa e coordinata da Teca del Mediterraneo Biblioteca Multimediale e Centro di Documentazione del Consiglio Regionale della Puglia – di studiosi italiani, statunitensi e russi, per documentare quella che fu la grande ondata di migrazione di meridionali verso gli Stati Uniti all’inizio del Novecento, e le vicende drammatiche di molti di loro che, illusi dal grande progetto socialista, si trasferirono in Russia e finirono nell’infernale ingranaggio concentrazionario staliniano, avviati ai campi di lavoro forzato della Siberia Orientale.
Contributi, in italiano e in inglese, di: Vito Antonio Leuzzi, Giulio Esposito, Mariolina Pansini, Maria Rosaria Sicoli; Martin F. Ederer, padre Secondo Casarotto, Jean Richardson, Kenneth S. Mernitz, Alex Blair, David Carson, Gary Marotta; Mikhail Nikolayev, Elena Nikolaeva. -
EMIGRATI POLITICI PUGLIESI
Sovversivi e fuoriusciti nel NovecentoIl volume offre un panorama dell’emigrazione politica in Francia, Belgio, USA e URSS e si sofferma su alcune figure rappresentative della nostra regione come Filippo D’Agostino e Vincenzo Gigante (finiti nei campi di sterminio nazisti), di Guido Serio e Salvatore Sallustio (vittime delle purghe staliniane), di Eugenio Santacesarea e di Domenico Carano Notaristefano (entrambi caduti nella guerra di Spagna), di Renato Leopizzi, autentico apostolo mazziniano che finì relegato in manicomio.
Aspetti poco conosciuti del percorso migratorio di Gaetano Salvemini e Giuseppe Di Vittorio, nonché una ricognizione dei sovversivi e fuoriusciti nelle diverse provincie pugliesi, corredano l’insieme della ricerca.
«L’emigrazione – come ha sostenuto Giovanni De Luna – è la storia di una sconfitta. L’esilio fu infatti la sanzione esistenziale di una sconfitta politica e di una scelta obbligata e traumatica». -
In cammino per la Libertà
Luoghi della memoria in Puglia (1943 – 1956)In questo volume si recupera la memoria dei luoghi e dei monumenti più significativi relativi al percorso di Liberazione in Puglia. Lapidi, monumenti e sacrari, che costellano grandi e piccoli centri della regione, costituiscono simboli dei tragici eventi della guerra e della violenta occupazione nazi-fascista.
Alla memoria in pietra è affidato il ricordo delle stragi e dei misfatti nazisti dopo l’8 settembre 1943, le vittime pugliesi alle Fosse Ardeatine, i caduti militari e civili degli eserciti alleati.
In quest’ambito si documentano sistematicamente anche i campi per profughi e rifugiati stranieri tra cui iugoslavi ed in particolare ebrei di diversa nazionalità. Queste testimonianze sono tappe di un percorso del ricordo e momenti significativi di riflessione culturale e civile.
Per lungo tempo le vicende della Liberazione al Sud sono state rimosse rischiando una totale dissolvenza. -
L’8 Settembre 1943 in Puglia e BasilicataDocumenti e testimonianze
Una delle maggiori difficoltà nella ricostruzione dei caratteri della reazione popolare alla guerra e alle violenze della Wehrmacht, in alcune aree del Mezzogiorno, dopo l’8 settembre, è data dalla debole memoria pubblica di quegli eventi sottoposti negli anni della transizione dal fascismo alla repubblica e per tutti gli anni Cinquanta ad un forte isolamento nel dibattito politico-culturale e ad una emarginazione anche sul piano della ricerca storiografica1.
La particolare situazione del Sud, caratterizzata da una profonda crisi sociale e civile connessa anche alla occupazione militare anglo-americana che si protrasse fino al 1946, non favorì una generale presa di coscienza delle conseguenze della breve ma violenta occupazione tedesca. Per effetto della censura prima badogliana e poi anglo-americana l’opinione pubblica non percepì immediatamente la portata dell’azione distruttiva dell’esercito tedesco e le conseguenze delle operazioni terroristiche contro militari e civili. Solo a distanza di un anno dai drammatici avvenimenti conseguenti l’armistizio si registrarono in Puglia le prime iniziative pubbliche per ricordare le vittime delle stragi della Wehrmacht in una situazione però di forte tensione caratterizzata dalla radicalizzazione dello scontro politico-sociale. La delegittimazione dei partiti che si riconoscevano nel CLN da parte delle forze monarchico-badogliane ebbe tra le altre conseguenze quella di emarginare le manifestazioni per ricordare la lotta antifascista e antinazista o di occultarne il significato storico-politico.
(…) La gente comune percepì immediatamente la posizione dell’ex alleato che in diverse situazioni si abbandonò a violenze inaudite ed a vergognosi misfatti, soprattutto contro militari sbandati, non risparmiando in taluni casi anche la popolazione civile.
In quest’ambito vengono ad assumere un importante significato le relazioni ed i rapporti dei carabinieri, le relazioni di ex podestà, ancora in carica dopo l’8 settembre, o di Commissari nominati dai Prefetti, le relazioni di diverse autorità militari (finanzieri, responsabili delle questure) ed esponenti del clero (vescovi, parroci). Si sono rivelati utili anche i registri di stato civile relativi ai decessi per i mesi di settembre-ottobre 1943, in particolare le dichiarazioni di iscritti all’ANPI, dopo il 194529.
Rilevante anche la documentazione di Enti pubblici come l’Acquedotto Pugliese, importante obiettivo strategico delle operazioni militari tedesche nel corso della ritirata.
Anche le ricostruzioni di alcuni storici locali in occasione di scadenze celebrative negli anni Sessanta e Settanta, pur condizionate dal mito della “resistenza organizzata”, in analogia con quanto era accaduto al Centro-Nord, offrono importanti dati sulle violenze e stragi naziste. (…) -
NOCI – un Comune del Mezzogiorno nella Grande Guerra
La ricerca di Giulio Esposito tenta di ricostruire un arco storico del territorio e della gente del Comune di Noci che dagli inizi del XX secolo, concentradosi soprattutto negli anni 1914-18, si estende fino alle elezioni amministrative del 1920. una ricostruzione volta, oltre ad una indagine storiografica, a una più minuziosa attenzione archivistica ai combattenti, ai giovani, partiti nelle zone di guerra, con la pubblicazione di un elencopressoché definitivo dei caduti e dei decorati della Grande Guerra.
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PUGLIA/EUROPA
Percorsi migratori 1946-1973La Puglia con altre regioni del Mezzogiorno ha partecipato alla costruzione dell’Europa contemporanea anche con i movimenti migratori.
Nel secondo dopoguerra i pugliesi svincolati dal legame tradizionale con la terra, si sono spostati alla ricerca di lavoro in quelle zone del Nord Italia e dell’Europa in cui si registrava una forte espansione produttiva.
Dalla Francia al Belgio, dalla Svizzera alla Germania, finanche nel piccolo Granducato del Lussemburgo, i nostri emigranti hanno dato un significativo contributo alla ricostruzione e al benessere dell’Europa.
Questa vicenda è, però, segnata anche da grandi tragedie come i caduti a Marcinelle e a Mattmark, senza considerare l’esercito di invalidi sul lavoro, la cui portata è ancora oggi poco conosciuta.
Gli Stati oggi più evoluti hanno raggiunto un elevato grado di benessere materiale e civile soprattutto perché un flusso di “stranieri” ha imposto con la sua semplice presenza un modo “transnazionale” di intendere l’appartenenza e la cittadinanza. -
VITO MASTRANGELO
Emigrazione italiana, sue cause, suoi effetti (1909)
L’industria pugliese e i suoi prodotti (1914)Nella Puglia del primo Novecento si assiste ad una proliferazione di nuove figure di intellettuali legati al movimento socialista, costretti dal diffuso clima repressivo nei confronti dei “sovversivi” a lunghi periodi di “emigrazione politica” e ad una emarginazione che inciderà anche sulla ricerca storiografica.
Si colloca in questo contesto la figura di Vito Mastrangelo (Putignano 1882 – Bari 1957), laureato presso la Scuola Superiore di Studi del Commercio di Venezia, esule in Svizzera, autore di ricerche e studi sul fenomeno migratorio e sui processi di industrializzazione della società pugliese.
Alieno da ogni manifestazione semplicemente parolaia del socialismo Mastrangelo, grazie all’influenza del sindacalismo rivoluzionario (ma nella sua variante settentrionale), dedica gran parte del suo impegno politico allo studio di una soluzione “concreta” delle problematiche meridionalistiche.
Dopo più di cento anni alcuni suoi scritti vengono recuperati e presentati da Giulio Esposito, nell’ambito di una complessa attività di ricerca sull’emigrazione politica in Svizzera, svolta da diversi anni nell’Ipsaic e nell’Insmli (Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia).