Dionisio Simone è nato a Pola. Profugo giuliano, ha lasciato la sua terra nel 1947, in occasione del grande esodo degli italiani dall’Istria, trasferendosi con la sua famiglia prima a Polignano a Mare, paese natale di suo padre, poi a Taranto e infine a Bari, dove vive attualmente e dove per trent’anni è stato docente di Latino e Greco nel liceo classico “Orazio Flacco”. In precedenza ha insegnato anche a Taranto, Gioia del Colle e Conversano (Liceo Ginnasio “D. Morea”).
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COME UN GABBIANO. L’esodo da Pola settant’anni dopo (1947-2017)
Dopo la partenza da Pola, come un gabbiano, anch’io sono stato in perpetuo volo: Polignano, Taranto, una breve parentesi a Casamassima, prima di stabilirmi definitivamente a Bari.
A nessuno di questi luoghi mi sento legato in modo particolare, anche se sono state delle tappe importanti della mia vita. In ciascuno di essi ho lasciato una parte della mia anima e del mio cuore, ma il vincolo più stretto rimane sempre quello con la terra dove sono nato, dove ho trascorso l’infanzia. E come un gabbiano, sempre in volo, non so dove troverò quiete. -
Le parole nostre
Viaggio nella memoria di un profugo istriano“Le parole nostre. Viaggio nella memoria di un profugo istriano” non è un vocabolario del dialeto polesan, ma, per dirla con la Ginzburg, il nostro “lessico famigliare”. Dal lessico parte un recupero memoriale che coniuga la microstoria personale con la macrostoria per aprirsi a suggestioni letterarie. Tenerezza e nostalgia si stemperano in una garbata ironia che dà levità ad un discorso sempre di notevole spessore culturale.