Antonietta Parente, laureata in Pedagogia con numerosi diplomi di Master e di Perfezionamento in scienze dell’educazione, didattica, metodologia e information technology, è stata per un ventennio docente di scuola primaria ed ha condotto numerosi progetti e sperimentazioni nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e secondaria di primo grado.
Formatrice, e-tutor, abilitata nell’insegnamento delle discipline letterarie nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, è attualmente docente per le attività di sostegno nella scuola superiore.
È autrice di numerosi contributi in riviste specialistiche:
• L’ autonomia delle istituzioni scolastiche e il ruolo degli organi collegiali, in «Scuola e Amministrazione», n. 7, 2000;
• Il tempo scuola come variabile dell’innovazione scolastica in «Scuola e didattica», n.5, 2001;
• L’ ascolto autentico per una relazione umanizzante/1, in «Scuola e Didattica», n.11, 2003;
• L’ ascolto autentico per una relazione umanizzante/2, in «Scuola e Didattica», n.13, 2003;
• La mediateca, un laboratorio per progettare, in « Scuola e Didattica», n.12, 2008;
• Alla scoperta dell’ interculturalità: fantasia, filosofia, tecnologia”, in «Scuola e Didattica», n.11, 2009;
• La metacognizione e la meta-emozionalità per la costruzione delle life skills, in «www.educare.it» – Anno XI, n. 8, luglio 2011, sezione Scuola;
• In viaggio fra le parole. Un percorso alla scoperta della lingua italiana, sulla rivista «Scuola e Didattica», n.4, 2011.
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ICF per un’educazione inclusiva: fra teoria e pratica
Il testo, pervaso di speranza pedagogica, analizza le potenzialità e le difficoltà insite nell’uso della classificazione ICF e ICF-CY, analizzate negli aspetti teorici, pedagogici e didattici. Propone un graduale approccio alla terminologia, alla codifica e alla decodifica dell’ICF-CY e un modello di PEI, quale occasione per sperimentare tale classificazione, affinché tutti possano realizzare il proprio progetto individuale in una visione sistemica, inclusiva ed ecologica. Rivolto a tutti i docenti in servizio, a quelli che aspirano ad esserlo, a tutti coloro che sono sensibili a queste problematiche, il testo si pone quale “bussola” per migliorare la qualità dell’inclusione e per “orientare” la proposta educativa in una direzione progettuale che ponga ciascun uomo al centro della società autenticamente educanda e ne promuova l’empowerment.
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Una scuola inclusiva
principi, processi, protagonisti, problematiche, progettazioniIl testo, attraverso un “sano ottimismo pedagogico” vuole offrire una bussola nella riscoperta della soggettività e dell’alterità per chi percorre o vorrebbe intraprendere la meravigliosa e complessa professione di insegnante.
Dopo un breve excursus storico-normativo dall’esclusione alla valorizzazione della diversità fino alla recente normativa sui BES, si analizzano le caratteristiche di una realtà scolastica sorretta da una logica inclusiva.
Il variegato e complesso panorama delle nostre scuole richiede insegnanti – fra cui docenti per le attività di sostegno – che sappiano coniugare “la vocazione per l’umano” e “la professionalità competente” per il successo educativo e formativo di ciascuno.
Utopia pedagogica o realtà possibile e realizzabile?
Nelle pagine sono indicate alcune delle strategie e metodologie didattiche per una progettualità educativa come “cura dell’altro” e sono individuati possibili percorsi di inclusione validi per i differenti ordini di scuola. Consapevoli che l’essenziale è invisibile agli occhi e che va cercato con il cuore, come il Piccolo Principe ci insegna nelle sue relazioni con la volpe e con la rosa, ogni docente, educatore e genitore, nell’ascolto della grande sinfonia dell’umanità, dovrebbe percepire le sfumature delle singole diversità per accompagnare l’educando nel proprio processo educativo con la stessa modalità proposta da Gibran: “Il maestro che cammina all’ombra del tempio tra i discepoli non elargisce la sua sapienza, ma piuttosto la sua fede e il suo amore”. Guidati dalla fede nell’umanità, auguro a noi tutti appassionati della nostra professione e a coloro che ambiscono ad essa, di continuare a scommettere sull’educazione per promuovere “l’uomo umano”.